La percezione delle parole che diventano discorsi ed esprimono significati può avvenire a più livelli. Tramite una mente superficiale, inconsapevole delle proprie mire o, più semplicemente, senza intermediazione alcuna. Direttamente, al di là di qualunque distorsione egotica, preconcetto, finalità di predominio.
Trovare il centro | Superare i condizionamenti | Ricerca spirituale | Consapevolezza | Cambiamenti | Epilogo
Trovare il centro
Qual é la parola chiave, quella che apre la porta della dimensione spirituale, consapevolezza, meditazione, compassione, …?
L’ego è fittizio, periferico, è un falso centro. Bisogna ritrovare il proprio centro autentico che, non è l’«altro», un’autorità aliena o ingannevole, ma il nostro medesimo essere.
Esiste ancora un quid che non possa essere assolutamente mercificato e che nemmeno le dottrine religiose siano in grado di gestire, finalizzare o manipolare?
Per egocentrismo non s’intende il legittimo diritto a vivere una vita ricca, onesta e decorosa. Ovvero l’aspirazione a migliorare, a realizzare i propri obbiettivi. S’intende, piuttosto, la tendenza a identificarsi, inconsapevolmente, con l’oggetto dei propri desideri, che quindi diventa un falso centro. A subirlo senza riuscire a riconoscere se corrisponde davvero alle proprie esigenze o se, invece, è superfluo.
Leggermente diverso è il discorso per coloro che praticano l’identificazione consapevole con un’idea, un sentimento positivo, un simbolo che assumono temporaneamente come proprio centro, ossia in quanto ausilio o supporto al personale cammino spirituale.
Superare i condizionamenti
In ogni caso, egocentrismo è sempre il condizionamento. Come superarlo? La meditazione può aiutarci, ma in che modo? Uno degli scopi della meditazione è quello di rilassare la mente in modo che divenga limpida, trasparente. Scorgere il giardino interiore, prendere coscienza delle proprie radici esistenziali diventa più che naturale, spontaneo.
Se c’è quiete, calma, silenzio, se i pensieri non agitano più la superficie della coscienza, sarà normale iniziare a percepire se stessi. Intuire se medesimi è anche accettare il fatto che il nostro ego non è un’entità fissa, invariabile, ma un’interfaccia dinamica tra esistenza ed essenza. Quando saremo in contatto con noi stessi non avremo più bisogno di siffatto egotico succedaneo. Diverremo via via più liberi dagli innumerevoli ego-condizionamenti.
La meditazione ci sospinge, pertanto, al superamento del nostro egocentrismo senza rimuovere o reprimere nulla e, cosa ancorché essenziale, senza aderire ad alcun valore che non sia la semplice consapevolezza. Tuttavia la meditazione, intesa come arte di essere soli, non è sufficiente, ha bisogno del suo completamento naturale, l’amore, cioè l’arte di essere insieme.
Quando la solitudine interiore si coniuga con la comprensione amorevole, ovvero la celebrazione gioiosa, nasce l’unità, si realizza il principio dello Yoga.
Ricerca spirituale
Sino a qualche anno fa presumevo che ricercando con insistenza sarei riuscito a trovare un metodo che mi aiutasse ad essere più incisivo, meno superficiale.
Sembra sia trascorsa un’eternità, oppure un frammento di tempo così minuscolo, tale da essere accaduto ieri, magari appena un minuto fa. Peregrinando con la fantasia ero vivamente impegnato a supporre teorie e dedurre ogni sorta di conclusioni, anche le più inverosimili.
Tuttavia, nonostante gli eventuali successi, riconoscimenti o futili affermazioni, avvertivo una lieve insoddisfazione. Nutrivo la speranza, alimentavo la certezza, celavo l’esigenza. Supponevo la possibilità di un mondo più giusto.
Con il tempo compresi che il punto non è dove cercare, se dentro se stessi o fuori di noi. Il punto è se riteniamo di essere ancora colui che agisce e quindi completamente identificati con la nostra presunta identità ego, oppure ci siamo già resi conto di non essere gli agenti, bensì gli attori. Finché permane un senso di azione personale il contesto continuerà a sopraffarci. Al contrario, quando l’agire fluirà da sé in modo naturale e spontaneo, per sovrabbondanza di energia e non per difetto, non smetteremo mai di sorprenderci.
Ma dovremmo, se non altro, smettere di essere ripetitivi e reiterare l’attuale circolo vizioso o perseverare nell’illusione personale. Esseri falsamente addolorati che soffrono e si autocommiserano ce ne sono già fin troppi.
Consapevolezza
Pensare di poter cambiare le proprie sorti o quelle del mondo misurandosi con l’egocentrismo è assurdo. Il risultato sarebbe inevitabile, una sonora sconfitta. Esiste una strategia alternativa alla quale nessuna forza violenta e reazionaria può opporsi: la consapevolezza.
Per vivere consapevolmente non è affatto indispensabile apportare cambiamenti radicali ai propri ritmi, abitudini o stili di vita. Non si tratta di accettare, bensì di attenersi a ciò che è così com’è. Tanto i rinnovamenti compatibili esterni avverranno comunque e come conseguenza della propria trasformazione interiore.
Ad esempio, gli individui tendenzialmente violenti pensano che un approccio pacifico sia perdente. Invece le vere rivoluzioni si fanno con la conoscenza, la cultura, la comprensione, la consapevolezza. Gli esseri senzienti, che lo sappiano o meno, agiscono ovunque in risonanza gli uni con gli altri.
La consapevolezza dissipa, con il tempo, qualunque imperativo dogmatico. E sotto qualunque forma appaia. Sia di credenze superstiziose, brame o avidità di potere, tendenze dissolutive, che di ogni espressione irrazionale o fanatica. Sarà la consapevolezza stessa a indicare la via. Prevedere è relativamente assurdo. Questo perché la consapevolezza è vita e la vita non è una formula.
Tuttavia attenzione, è inutile crogiolarsi beatamente auspicando un equilibrio effimero che potrebbe si venire, ma che poi risulterebbe in contrasto con le esigenze della vita quotidiana. Bisogna muoversi, agire, darsi da fare, affrontare se stessi, superare le idiosincrasie personali, le proprie ordinarie menzogne, con attenzione, dedizione e sincerità. Pertanto, indipendentemente dal cammino già intrapreso o dalle proprie predilezioni, sarà inevitabile osservare se stessi con sguardo fermo, fisso, indefesso e deciso.
Con la consapevolezza non ci sono rinunce o desideri. In uno stato di consapevolezza è impossibile cadere vittime di desideri perniciosi. Non è questione di Buddhismo o meno. In tale ottica conta soprattutto la comprensione del fatto che non si può ridurre pretestuosamente ogni cosa all’occasionale opposizione tra bene e male. Sintetizzando, il bene ed il male non consistono nella scelta tra soddisfazione del desiderio o rinuncia, bensì nella consapevolezza o nell’incoscienza con cui si compiono tali scelte. Gurdjieff avrebbe detto che ci s’illude di scegliere o rinunciare, ma in realtà nessuno è capace di fare alcunché fin quando non diverrà auto-consapevole. Ma di cosa? Di se stesso e del fatto che non v’è alcun Io ad agire, che la differenza tra Me e Te è solo una convenzione operativa.
Coloro che si rivolgono esclusivamente all’esterno, alla periferia, rimangono comunque soggetti al dominio della mente con tutte le inevitabili contraddizioni ch’essa, per la sua stessa natura dualistica, comporta. Mentre la spiritualità, il nirvana, il regno dei cieli, è innanzitutto percezione sintetica, non-mente, silenzio, chiarezza …
D’altra parte, il pensiero, che discende dall’ego, potrà mai percepire la Verità? Essa è oltre il mondo del pensiero. Ego e verità non possono coesistere. Dove c’è l’uno non v’è l’altra, e viceversa. O la volontà di predominio, oppure quella di compassione.
Cambiamenti
Un’altra breve considerazione. Così come esiste la volontà di potenza o di predominio, esiste anche la volontà di pace. Essa è connaturata all’ordine naturale delle cose per cui chi la viola o dissipa il patrimonio di unità, aiuto reciproco o consenso e coesione tra uomini, società, culture, regioni, popoli e nazioni, causerà sofferenze a se stesso, ai propri cari, nonché alla comunità cui appartiene, sempre secondo il ruolo o grado di responsabilità che ricopre. Questa considerazione, beninteso, è solo una banale constatazione di quanto non sia già accaduto nel corso della storia.
Il fondamento di qualunque percorso spirituale è la concordia. Non si può minimamente pensare di meditare o dedicarsi alla contemplazione se sussistono o persistono elementi di contrasto, divergenze. Prima di meditare è preferibile, pertanto, creare armonia nei propri rapporti complessivi. Infatti la concordia non tarderà a trasformarsi in serenità, nonché nel coraggio necessario per osservare la propria vita con la determinazione di uno spettatore equanime, indifferente e imparziale. E se durante questa osservazione riusciremo a intravedere le modalità d’interazione del nostro ego, ebbene avremo raggiunto lo scopo inizialmente prefissoci, la consapevolezza. Che non è fine dell’ego, bensì fine dell’identificazione con un’entità impermanente. Utile, ma solo perché funzionale.
Quante riflessioni! Molti tra noi, si sono resi oramai conto di come l’effettivo benessere, discenda, innanzitutto, dalla propria interiorità, dall’aver compreso quella forma di vile pusillanimità che ci induce all’egocentrismo, dall’essersi, quindi, riconciliati e dal sentirsi in armonia con se stessi. Tuttavia rimane ancora un quesito essenziale: come superare la dimensione individuale per incidere con efficacia nella società?
I veri cambiamenti sociali si realizzano quando una nuova attitudine o comportamento raggiunge una soglia di diffusione tale da essere adottato, repentinamente e/o per sincronicità, da tutti i componenti di una determinata collettività.
Quando un certo numero di persone diventano consapevoli di un loro diritto/dovere non v’è nulla che possa più arginare la svolta e la novità/progresso si espande in un tempo molto più rapido di quanto non sia servito ai primi artefici per elaborare e concretizzare le proprie realizzazioni iniziali.
Epilogo
Troppo teorico? Ebbene, se rammenterete ben poco di queste ultime note sarà comunque servito a qualcosa. A spegnere la sete di false e inutili analisi speculative. A illudersi di poter riuscire ad afferrare la spiritualità mediante il mero esercizio intellettuale, astratto o dottrinale.
Molto istruttivo, incontro questi passaggi e sono felice di leggerli in molte altre persone!
Grazie mille