Anche se scricchioli, se vacilli, senti all’interno una levità senza limiti. Anche se arranchi, se ciondoli, anche se la ruggine t’impedisce di correre, vivi il presente! Distanze e lontananza appartengono al tempo.
A ruota libera: levità
La vita dispiega le ali, l’amore elargisce sorrisi, l’essenza s’inebria di gioia. Ma tu non hai più futuro. Mentre il passato si è dissolto implodendo in un’anonima bolla, gli eventi che l’esistenza si premura di offrirti diventano il nucleo di una nuova coscienza. Se dapprincipio il mistero s’infittisce, via via che procedi osservando la prodigiosa rete dei pensieri interconnessi, il tuo presente si dipana. Si offre, quindi, per ciò che è.
Così disteso tra nugoli d’idee non ti rimane che restare in silenzio. Durante un lasso di tempo durante cui non puoi far altro che attendere, un’onda di calma t’investe trasportandoti in una nuova “terra di nessuno”. Anche se nel contesto cartaceo sorvolo o mi mantengo nel vago, ciò che descrivo sono accadimenti reali.
Bene, ti senti pronto per approfondire? Ciascuno crea la sua realtà con i propri pensieri. Osservati attorno, ma senza etichettare. Non sai … Vuoi crescere? Le domande esistenziali sono senza risposta. Ciò che ti trasforma davvero non è l’abito. Gli antichi saggi spiegavano che l’utilità dell’anfora è nella sua cavità. La nostra interiorità racchiude un segreto. Sicché se dapprincipio, quando non sapevo nemmeno cosa stessi per scrivere, temevo le chiacchiere, ora ne sono affascinato. Non vi è dubbio che i pettegolezzi spirituali siano più utili di quelli mondani.
A volte ci sembra che la ruota dell’universo cigoli. Laddove il mozzo dovrebbe esercitare la sua funzione per dirimere e orchestrare l’esistenza, c’è il vuoto. Cos’è questo mistero? Ciascun punto dell’universo è già quel centro. Tu stesso, nella tua pur umile apolide veste mentale di cittadino del mondo, sei pure quel centro. Tu sei d’una importanza fondamentale. Non è affatto vero che se non ci fossi più il tutto rimarrebbe come prima. La tua interiorità è quello stesso centro. Il nucleo d’ogni coscienza individuale è, al contempo, oggetto e soggetto. Siamo forse in presenza di una porta attraverso cui, dopo un certo percorso, si accede ad una determinata realtà?
La meditazione consiste nell’osservare la porta, nel perscrutarvi dentro nella speranza che emerga un indizio, una risposta, la soluzione. Dov’è la chiave? Deve aprirsi da sé! L’itinerario che ti sembra di percorrere non conduce alla vita, bensì alla sua comprensione. Se ti osservi, semplicemente attorno, ne intravedi solo la dimensione della “prospicienza”, quella orizzontale. Tu sei un gioiello d’una preziosità incommensurabile. Ma devi sceverarne le doti con un approccio essenziale. Se perdi la libertà ti rivolgi verso l’orizzonte, oppure sospiri al cielo. La realtà è tutta interrelata. Non v’è nulla che sia senza senso. Socchiudi gli occhi e aspira all’orizzonte della coscienza. Contempla il vertice della consapevolezza.
Le mie descrizioni potrebbero sembrarti frivolezze idealistiche. Invece sono un tentativo d’approccio alternativo all’intrinseca sacralità della vita. Il picco d’ogni esperienza è il culmine della sua comprensione. Ma se rimani ancorato ai palinsesti della verbosità formale, se non diventi creativo, come pretendi di conseguire qualche briciolo di calma? Mentre la gravità ti ancora alla madre terra, levita al di sopra delle nubi pensiero. Non attendere che si dissolvano, perché la pausa cui aneli è uno squarcio nell’imperturbabile coltre opalina che ci sovrasta. Levità … e un fendente d’amorevole lucidità ti condurrà ove mai speravi di raggiungere. Qui, sulla cresta dell’onda, dove avevi dimenticato di essere.