Brahman, Tu sei Colui che assume tutte le forme, Tu sei l’Unico! Tu sei duplice, triplice, sei l’Estensione, la Pace, la Prosperità. Tu sei l’oggetto del sacrificio e ciò che non è oggetto di sacrificio, tu sei il dono e ciò che non è donato, il Tutto e la parte, l’universale e il particolare, il compiuto e ciò che è in potenza. Tu sei immanente e trascendente, e sei il fine supremo! (Atharvasira Upanisad, III)
Ricomincio con qualche cautela. Chissà cosa cercate, cari lettori del web. Una formula prodigiosa che risolva le ansie, le incertezze, i dubbi? Purtroppo non esiste. Oppure, ironia della sorte, essa consiste in uno stratagemma, una stravagante incoerenza, un’alchimia dello spirito. Ma quale spirito? La fine dello spirito di ricerca. Se da una parte l’indagine, il predisporsi a esplorare, ad accogliere l’incommensurabile, il mistero, sembra comunque indispensabile, dall’altra la sua conclusione, la fine della ricerca, diventa l’unico modo per poterla comprendere appieno. Quindi la ricerca è inevitabile, ma si risolverà solo allorquando colui che cerca non si sarà arreso all’evidenza dei fatti, della vita. La nostra convinzione di essere unici ed irripetibili è solo una falsa e illusoria credenza. Noi stessi siamo lo Spirito che ha assunto temporaneamente le attuali fattezze corporee e le dismetterà come un abito liso per riassumere ciò che non ha mai perso, ridiventare ciò da cui non si è giammai discostato, l’energia primeva, la coscienza assoluta.
Turbato dalla fine
Nome del mittente: visitatore
Oggetto: Turbato dalla fine
Quesito
[…] anche io ossessionato dalla fine!
A volte guardo il cielo con il massimo dell’attenzione cercando di godermelo il più possibile, guardo i miei figli e penso a quando non gli sarò più vicino.
Scusa, se sto scrivendo tutto questo, ma nessuno parla mai di queste cose, eppure è fondamentale per me. Ciao.
Questo quadro (omissis) rappresenta l’enigma della vita.
Risposta
Innanzitutto grazie per il messaggio. Suppongo che tu ti riferisca a qualcuno degli articoli presenti in meditare.it, ma non userei il termine ossessionato. Vivamente incuriosito sarebbe meglio.
Nell’immagine che gentilmente hai allegato alla tua email vi è un uomo ritratto di spalle rispetto agli osservatori e che quindi si rivolge, presumibilmente, alla propria interiorità. Tuttavia in primo piano risalta con molta evidenza un’enigmatica donna suadente il cui bel volto è ricoperto per metà dai suoi stessi capelli. In un certo senso l’immagine descrive un percorso interiore di riscoperta spirituale. Se sei un uomo ti attendi di ritrovare la tua anima le cui valenze sono, innanzitutto, qualità femminili; mentre se sei una donna rinverrai l’animus, ovvero la controparte eterica e virile. Da qualunque posizione si osservi il fenomeno trascendenza rintracceremo sempre ciò che più ci manca. Ma cos’è che manca? Credi davvero si tratti di certezze, sicurezze cui appigliarsi? No, infatti sei giunto, presumo spontaneamente, alla conclusione che l’unica certezza è che non vi siano certezze!
Ci si chiede. E’ tutto così vuoto? Dov’è finita la formidabile vita in cui ci s’identificava sino a qualche tempo fa? Che senso hanno la carriera professionale, il lavoro, moglie, figli, amici? E’ indubbio ch’essi facciano parte di questo strano si, ma pur sempre splendido, incomprensibile gioco. Tuttavia la vita non è solo fenomeno esteriore. Per quanto possa sembrare circoscritta, compiuta, delimitata, essa è intrisa di energia, d’immensità. Intravederne solo il lato estrinseco è fuorviante. Sicché se sei, come in effetti mi sembra, una di quelle persone sensibili e intelligenti che in piena autonomia hanno rivolto il proprio sguardo sino ai limiti dell’immaginazione. Ebbene, forse dovresti cominciare ad esplorare autonomamente la tua dimensione più intima e recondita.
Siffatto aspetto della vita si realizza in molti modi che dipendono, essenzialmente, dalle propensioni individuali. Così come c’è già chi nasce predisposto alla scienza, alla letteratura, alla metafisica, e quindi diventa un bravo medico, un’ingegnere, un’ottimo giornalista, oppure un individuo semplice, ma ricco di molteplici e inesauribili virtù d’operosità e concretezza, le vie per realizzare la spiritualità sono altrettanto straordinariamente varie. Ci sono, ad esempio, coloro che prediligono la via del cuore, oppure quella della chiarezza, dell’equilibrio. Corrispondono, per lo più, alle differenti tradizioni religiose. Con questo non ti sto suggerendo di aderire incondizionatamente a una certa dottrina, ma ti esorto a ricercare, a esplorare ancora, a diventare consapevole che la ricerca medesima è il motore immobile del nostro vero destino.
Quanto accadrà nel prosieguo, cioè dopo il compimento naturale della vita individuale, è un’incognita che taluni hanno risolto riuscendo a intravedere la natura – al contempo funzionale ed effimera – del loro ego. Non appena si sono accorti di non essere solo un semplice ego, ma di comprendere altresì la molteplicità multiforme dell’intera esistenza, hanno realizzato il sogno di tutti i ricercatori spirituali del mondo, si sono idealmente ricongiunti allo spirito assoluto, quello che nelle religioni di matrice orientale viene indicato come Brahman. Quindi la loro semplice vita si è arricchita di un ulteriore elemento di soddisfazione e bellezza. La capacità ritrovata di condividere presenza di spirito, semplicità, solerzia e compassione per tutte le creature viventi.
Ricevere il tuo messaggio mi ha fatto piacere perchè è stato molto stimolante ed io utilizzo sovente queste risposte, omettendo ovviamente qualunque riferimento agli scriventi, per arricchire rapidamente i contenuti del sito. Spero quindi che in futuro potrò ancora risentirti. Scusa per eventuali errori dovuti alla fretta.
Conoscenza dell’anima
Quanti tra noi – prima di approdare alla spiritualità e alla meditazione – si sono cimentati davvero con la metafisica? Numerose distinzioni, quali ad esempio corpo fisico e anima, psiche e spirito, ecc., sono utili solo ad inquadrare i problemi. Ciò che interessa il meditatore non è tanto la fenomenologia mentale, cioè la coscienza di base, quanto il processo che porta alla consapevolezza intesa come supercoscienza. La personalità lascia il tempo che trova. I suoi trastulli sono infiniti e si chiamano giochi dell’ego che suppone, presuppone, s’identifica, dibatte, ecc., perchè tenta di perpetrare se stesso in un’interminabile ed inesauribile corsa ad ostacoli. Ma impedimenti ed intralci non sempre sono davvero reali o funzionali. L’ego li crea da sé per procrastinare se stesso ed eludere la trascendenza interessandosi di questioni superflue, allontanandosi, di conseguenza, da tutto ciò che è qui e ora. L’unico luogo o momento in cui e durante cui possa esprimersi o esser percepita la Verità, l’essenza della divinità.
Epilogo
Sin qui la mia risposta. Ora, però, una rapida e immodesta conclusione. Dalla viva incertezza di una vita frenetica vissuta all’insegna del dubbio, alla determinazione energica e risoluta che scaturisce dal non-luogo profondo e irriducibile della propria interiorità, il passo è breve. La distanza, quasi un battito di ciglia. Il premio della pazienza che predomina sull’intolleranza. Metodica? Questi ritmi non ci consentono più pause decenti? Ebbene riconquisteremo quella distanza osservando con attenzione e incrollabile cipiglio, nascita, sviluppo, decrescita ed estinzione di ogni futile nube, l’inconsistenza che genera, l’oscurità che debella, la chiarezza che ne consegue. Sino a cogliere lo spensierato, ma sensibile, distacco emotivo offerto, senz’alcuna inverosimile, impensabile o futuribile contropartita, dalla gioia … l’unico accadimento che non si potrà giammai acquistare, la gratuità dell’essere.