Per calmare i propri pensieri e rivolgersi al limpido cielo interiore è indispensabile, innanzitutto, riuscire a ragionare autonomamente. La mente buddhica, ovvero la medesima mente universale cui si riferirono i capostipiti o antesignani di qualunque religione, non richiede o prescrive nulla se non cura, attenzione, consapevolezza.
Da dove cominciare?
Nome del mittente: Cristian
Oggetto: Da dove cominciare?
Quesito
Ciao, come faccio a capire da dove devo cominciare? Sto leggendo di tutto (al riguardo) e in tutto trovo cose che mi fanno star bene e che mi invogliano a seguirle, ma non appena inizio a confrontarle rilevo argomenti che mi sembrano contraddittori. Grazie.
Risposta
Cristian, il nostro è un approccio di studio e di ricerca aperto a tutte le possibilità, anche quelle più tradizionali. Per quanto mi riguarda prediligo, in particolare, gli insegnamenti buddisti, ma anche al loro interno ci sono numerose differenziazioni.
Tuttavia il punto non è a quale teoria riferirsi, quale insegnante seguire. Ad esempio, il fatto che ti sia chiesto da dove cominciare indica che hai già iniziato a porti coscientemente quelle domande esistenziali che tanti cercano di evitare, oppure eludono ricorrendo a risposte preconfezionate. Il nucleo della spiritualità è sempre identico. Ed anche se le vie per giungere a comprendere sé stessi o il mondo sembrano molteplici, il luogo ideale d’incontro è al di là dello spazio, del tempo, di qualunque teoria. E’ il momento presente.
Forse è meglio che continui a studiare, a leggere, a informarti, a vivere la tua vita ordinaria con attenzione e consapevolezza finché non ti accorgerai che, al di là di qualsivoglia temporanea contingenza, questa vita è già, di per sé, splendida. Solo allora saprai, senza ombra di dubbio, ciò che è bene e da dove cominciare.
Dal mio punto di vista ti sei già incamminato, perché sono la ricerca e l’esplorazione a dischiudere le proprie possibilità. Con il tempo vedrai che siffatta ricerca procede, purtroppo, sempre in circolo. Ma fintantoché non lo si scopre autonomamente serve sempre una spinta, un impulso a cambiare, a imprimere slancio come, per l’appunto, l’ispirazione che infondono studio e approfondimento. A quel punto non sarai tu a dover scegliere per rivolgerti verso una qualche parvenza di verità, ma sarà la verità stessa a inseguirti. In effetti lo sta già facendo. E’ nei libri, nei tuoi amici, nella vita di tutti i giorni. Basta prestarle la giusta attenzione.
Un modo molto rapido per favorire l’evenienza spirituale è quello di perseguire l’equilibrio. La mente discorsiva e petulante che qualche volta ci affligge con le sue innumerevoli supposizioni e proiezioni si trova a disagio con tutto quanto non sia estremo. Anche se piuttosto arduo, perseguire l’equilibrio è un esercizio davvero straordinario.
Equilibrio
Ma cos’è l’equilibrio? Quello del funambolo che corregge continuamente la sua posizione evitando di propendere eccessivamente da un lato o dall’altro? La moderazione fisica, il rispetto, l’attitudine compassionevole?
Seguire la via di mezzo significa evitare tutti gli oltranzismi, le strumentalizzazioni. Oggi, come in passato, si tende a privilegiare ed accettare supinamente le risposte preconfezionate di soggetti che, ben lungi dal perseguire giustizia e verità, sono in realtà interessati a preponderanza e supremazia.
Gli insegnamenti spirituali, che privilegio, sono quelli più realisti, proficui e positivi. Si tratta d’indicazioni o suggerimenti che trascendono il tempo e suscitano reciprocità e compassione in modo così evidente da entusiasmare e convincere sia gli intellettuali che le persone più umili. Sono scettico verso coloro che predicano e diffondono istanze irrazionali. Osservare la vita per ciò che è predispone a coglierne l’intrinseca sacralità. E’ davvero fantastico come cotanta bellezza possa sorgere e fiorire proprio nella più umile ordinarietà.
Ipse dixit
Qualche reminiscenza. Lasciate che la vita vi parli. Apritele i vostri cuori. Se pensate di essere Indù, si manifesterà come Krishna. Se invece siete convinti di essere cristiani assumerà le sembianze di Cristo. I seguaci dell’Islam la percepiranno in quanto Allah. E i buddisti sorrideranno perché sanno che la vita parla sempre il linguaggio del suo interlocutore.
Lasciate che la vita vi parli. Accoglietela nei vostri cuori. Ricambiatela con tutto l’amore possibile. La vita non ha bisogno d’interpreti o intermediari. Siate consapevoli e troverete la via.
La verità bussa da sempre per entrare, ma noi eravamo assenti. Per riconoscere il giusto bisogna esserci, cioè attenti, presenti a se stessi, disponibili ad ascoltare. Il giusto è la natura increata, la nostra medesima essenza.
Epilogo
Esiste una filosofia, religione o scienza che riesca a superare sul serio il concetto di “principio generatore”? Il principio generatore non è statico, a mio avviso è la trascendenza medesima. Sembra sfuggire sempre perché si autocrea in continuazione. Non può essere fissato mediante un’immagine, né tantomeno con l’ausilio di un’idea. Allorquando ti sembra di averlo afferrato non è più lì. E se cerchi di contemplarlo alla fine rimane il vuoto. Sicché ti chiedi, ma esiste realmente o me lo sto solo immaginando? Tuttavia, quando ti sei arreso all’inevitabile incongruenza logica, ecco, te lo vedi rispuntare d’ogni dove! Che sarà mai, un fior di loto?