Una raccolta di brevi temi introspettivi, riflessioni estemporanee, tracce suscettibili di ulteriori approfondimenti. Frasi utili ai ricercatori spirituali d’ogni credo e fede.
Temi introspettivi
La pratica dello Yoga si sta diffondendo sempre di più. L’interesse che suscita non è dovuto ad una moda, non si tratta dell’ennesima trovata consumistica. Lo Yoga può sopperire davvero a numerose defaillance fisiche. Ma non bisogna dimenticare che è soprattutto lo spirito intrinseco, l’essenza, ad avvantaggiarsene. Lo Yoga può essere concepito come stimolo alla crescita spirituale, come strumento migliorativo della propria comprensione intellettuale, il risultato non cambia. Il significato di fondo sarà sempre lo stesso: aspirazione all’unione con il principio divino.
Gli spazi di meditazione, come luoghi dell’anima, sono l’incommensurabile tematica del proprio presente. Finalmente assistiamo – commento formulato in occasione dell’apertura di un tempio laico – ad una realizzazione degna di nota. Una stanza del silenzio ove poter poter tacitare i pensieri più angoscianti e tranquillizzare la mente che cerca, che spera o dispera, che si affanna o s’illude. Se ne sorgessero tante! Allora potremmo confidare nell’innata e intrepida bontà di tutti gli esseri senzienti. In un primo, seppur pallido trionfo della consapevolezza sull’oscurità emanata dalle più becere e fosche superstizioni. Tuttavia, anche se di tanto in tanto fa capolino qualche buona notizia, non bisogna illudersi, alla fin fine ciascuno rinverrà esattamente ciò che s’attende.
Si parla così spesso di meditazione che si dimentica altrettanto sovente quale ne sia l’essenza, ciò che sta alla base di ogni metodo. Donde si parte, ovverosia quel che si raggiunge. Risveglio? Proseguiamo sulla via. Raffiguriamola come un cerchio ideale. Ci ritroveremo infine, dopo aver conosciuto o persino esperito la miriade dei mondi virtuali reinventati e immaginati dalla mente, nello stesso luogo e nel medesimo tempo da cui siamo partiti. Si, ma con più consapevolezza.
Il commento ad una perla di saggezza non è saggezza. Tuttavia mi cimento ugualmente. Lustrare il diamante dalla polvere che vi si è accumulata identificando e arrestando direttamente – il cicalio della mente che interpreta e chiacchiera – è arduo. Meglio avvalersi, per lo meno per qualche tempo, di una zattera. Lungo questa via, la chiatta della meditazione – che favorisce la consapevolezza – è indispensabile. La dirittura d’arrivo non esiste perché ciascun momento è sia mèta che destinazione.
Medita, l’osservazione e l’ascolto si sovrappongono sino a divenire sia espressione che conseguenza di un radioso momento unico. Il rapimento estatico che coinvolge l’attenzione verso stati di coscienza viepiù cristallini riflette semplicemente la bellezza e l’armonia dell’essenza …
Come puoi pensare di difendere la vita senza prima affermare l’inalienabile diritto all’equità e al lavoro? Le due cose coincidono. Anche se in genere mi occupo di meditazione e non ho specifiche inclinazioni politiche, ma forse proprio per questo, ovverosia per l’amore di giustizia e verità che la propensione alla spiritualità inevitabilmente suscita, di tanto in tanto mi cimento in considerazioni di natura compassionevole, umanitaria.
Mi soffermo ad ascoltare un suono. Pare discenda dall’alto. Taccio, lo seguo, vi presto attenzione. Fisso dinanzi a me, non ho una candela, c’è solo il monitor, quindi chiudo gli occhi e immagino la candela accesa, poi attendo che avvenga qualcosa. Ma non penso, indugio soltanto. Dapprincipio mi sento leggermente impaziente. Perché meditare, quale beneficio ne trarrò? Se dovessi pregare chiederei qualcosa, oppure ribadirei una determinata professione di fede. Poi, d’improvviso, mi sovviene la verità. Sto ringraziando l’esistenza … di esser così come sono … Per qualche tempo ancora esamino la melodia, la giudico, la interpreto, ne rilevo gli effetti, finché mi rendo conto che è tutto inutile. Sicché mi rilasso e divento la vibrazione medesima. Poi canto: io sono luce … solamente luce … io sono amore … solamente amore … Sono trascorsi 10 minuti, riprendo a lavorare con il cipiglio di sempre, ma con un umore decisamente più propenso.
Un po’ di rilassamento è senz’altro utile. Anche se la routine ci assorbe senza tregua, un po’ di buona volontà e troviamo il tempo per ritemprarci e distanziarci dai problemi di sempre che, per inciso, sono gli affanni o le difficoltà di tanti. Dedichiamo quindi pochi attimi ancora alla cura per antonomasia, il silenzio. Un ulteriore frangente di spensierato ristoro alla fonte subliminale della calma indotta dall’ascolto di una piacevole musica di sottofondo che scandisce l’avvicendamento d’immagini quanto mai suadenti: la natura che ammicca con una dolcezza e sensibilità oramai desuete. Le note scandiscono l’eternità per consentirci di oltrepassare il grigiore della percezione uniforme e accedere alla dimensione collettiva del senza-tempo. Proprio allorquando subentra la predisposizione tacita ad ascoltare, ecco il riposo, la quiete.
Senza il rispetto della natura qualunque sforzo per riconoscere ed apprezzare il lato spirituale della vita, sarebbe vano. Cogliere i frutti della propria meditazione significa anche adoperarsi per migliorare le condizioni ambientali.
Gli studi che riguardano i benefici diretti o indiretti della meditazione concernono oramai i campi più svariati. Sapevamo già quanto i disturbi fisici più sfavorevoli possano esser mitigati con l’ausilio, quasi provvidenziale, della propria concentrazione, della contemplazione ascetica, se non speculativa. Ma in questi ultimi anni le ricerche scientifiche proiettate alla riconquista del benessere, ovverosia dell’equilibrio psicofisico, e in senso lato anche di una spiritualità integra, sana, scevra da contenuti ideologici, dogmatici e dottrinali, si sono, letteralmente, moltiplicate. La meditazione, che in certi casi potrebbe esser definita come una sorta di training per la ri-connessione mente-corpo si dimostra sempre più utile.
Quand’è che la consapevolezza diventa meditazione? Quando la ricerca si ferma da sé e subentra l’accettazione. Sennonché la disattenzione può reiterare il circuito della superficialità consentendo alla dimenticanza di prevalere persino sul più elementare buon senso.
Woga. Pensate che abbia digitato male? Tentiamo di comprendere meglio. Ben lungi dall’essere una semplice ginnastica olistica, il termine Yoga indica una sorta d’aspirazione ideale a ricongiungersi con il divino. L’eccelso implicito, ovverosia il suo aspetto trascendente. L’approccio iniziale, classico, indicato come Hata Yoga, tentò di rendere sempre più flessibile, nonché ricettivo, il corpo esercitandosi nell’eseguire consapevolmente alcune serie di posizioni (asanas). Tuttavia da qualche tempo si tende oramai a estrapolarne la pratica dai contesti ambientali tradizionali e reinventare alternative che possano favorirne ulteriormente la diffusione, ovverosia estenderla ad un numero sempre maggiore di fruitori. L’ultima trovata, se non la più recente, quella che sta appena emergendo, consiste nell’addestrarsi in acqua. Sognate che il vostro amore trascenda i bisogni meramente egoistici? … Ed ecco il Water Yoga, o piuttosto, il Woga.
Coloro che si dedicano regolarmente alla meditazione – alla concentrazione profonda da 1 a 90 minuti al giorno – sono meno stressati e hanno difese immunitarie più attive. Il volume della materia grigia del loro cervello è maggiore rispetto a chi non medita. Riescono a controllare le proprie emozioni con maggior disinvoltura. …
Al di là degli eventuali fattori contingenti, talvolta subentra la consapevolezza di come la propria situazione sia, di per sé, paradossale. Ti senti stanco, annoiato, talvolta persino afflitto … poi d’improvviso ti rendi conto del lato umoristico della faccenda, della recita, di come il dramma di vita t’induca, quasi inesorabilmente, a interpretare ruoli già predeterminati. Inquadrati come tante marionette che impersonano le parti di un cast della sofferenza e, voila, è sufficiente un nonnulla affinché la roccaforte della finzione che ci isola dal resto del mondo cada come il più comune dei castelli di carta. Come una splendida meditazione che ti procurerà leggerezza…
Sei solo. E’ una realtà di fatto, eppure ti senti circondato e accudito da una miriade di goccioline luminescenti che ti ristorano soddisfacendo la fenomenale curiosità introspettiva che ti contraddistingue da sempre. Cosa c’è dietro la coltre di silenzio che ti protegge con dolcezza infinita? Che si nasconde dietro la tua apparente condiscendenza? Le note scandiscono inesorabili il tempo per ricondurti dalla dimensione della maturità a quella della fanciullezza. Per retrocedere ancora sino ad esperire la pulsione ancestrale che t’induce con forza a crescere e svilupparti, che ti sospinge a offrire o donare il tuo amore prim’ancora d’averne fatto tesoro, la tua energia senza nemmeno sapere come attingervi…
Non so bene quanto tempo sia trascorso, ma dal momento in cui gli schemi della tradizione Yoga sono via via sfumati in un coacervo che include i più svariati metodi (nel caso in questione Vinyasa e Ashtanga), la pratica viene affrontata o vissuta con approcci e cipiglio sempre più innovativi. E’ ciò che chiede la società stessa? Anche l’ambientazione si è evoluta. Le perle di saggezza buddista o le frasi in sanscrito hanno lasciato il posto all’essenzialità …
La meditazione non è una panacea universale. Tuttavia, approfondendo lo studio dei risultati – che la pratica delle tecniche di meditazione contribuiscono a raggiungere – si resta sempre più sorpresi …
Ci sono verità a cui si giunge attraverso la meditazione e verità alle quali si perviene attraverso un processo di consapevolezza. Il primo passo è divenire coscienti dell’interdipendenza che ci avviluppa ed esalta. I veri cambiamenti procedono sempre verso il benessere collettivo. Se può beneficiarne solo qualche élite siamo in presenza d’inutili quanto perniciosi parassiti.
Epilogo
Che significa esser divenuti adulti, superar ciò che fummo o rinnegarlo del tutto? Le età dello spirito si susseguono senza lasciar traccia. Ma la scia dei ricordi che si contrappone a quella della dimenticanza è come un’impronta indelebile. Una “meditazione” – in senso lato – sul recondito …