In questa nuova stagione, durante cui la mia mente percepisce l’ambiente così sobrio e pacifico che le foglie pare sfiorino il cielo senza intermediazione di sorta, le prospettive si tingono, finalmente di rosa. La politica, orbene foriera di novità senz’altro promettenti, si libera via via – lo constaterete tra breve – dal pantano in cui ipocrisia e menzogna cotanto ricorrenti l’avevano relegata. La cultura riconquista la bussola dell’approfondimento. L’arte riconosce di nuovo la bellezza. La religione, purtroppo, teme ancora l’armonia. … E ciò che rimane, il silenzio della meditazione, è così ricco d’energia da non riuscire neppure ad esprimerlo.
Consapevolezza
Gli individui sono fondamentalmente buoni, ma ciascuno soffre – in diversa misura – per i bisogni inappagati, per i desideri insoddisfatti. Se si rendessero conto che la necessità primaria dell’esistenza è come un tesoro dimenticato in un remoto ripostiglio della propria dimora ne rimarrebbero davvero sorpresi. Bene, ma dove si trova esattamente il tesoro? Dov’è l’anfratto parapsichico che custodisce così tanta ricchezza? Ovviamente mi esprimo – precisarlo non è mai superfluo – con un metalinguaggio simbolico.
L’anfratto, il calice dell’elisir è innanzitutto l’idea che:
– non ci sono idee o pensieri che possano descrivere, rappresentare, sostituire la realtà;
– la dimensione dello spirito è l’essenza sovramentale che circoscrivi idealmente nel silenzio della pausa tra un pensiero e un altro.
La dimensione in cui interagiamo ora è, perlopiù, quella del desiderio inconsapevole. Quando con la pratica della meditazione la coscienza si espande inizi a comprendere un panorama esistenziale più ampio. … Che ho concluso affermando ciò, ti ho rivelato qualche verità esoterica? No di certo, proseguiamo …
Meditazione
Sei capace di pensare a qualcosa senza provare desiderio o ripulsa? Senza, cioè, subire la dicotomia implicita, inerente? Quella è meditazione, una tra le più alte forme di meditazione possibili. Il segreto, uno dei segreti della meditazione è l’idea che bisogna aprirsi alla realtà. Se osservi il respiro, dico “osservi”, non “lo pensi” … Qual è – per inciso – la differenza tra osservarlo e pensarlo? Se osservi lo segui puntuale, non lo sopravanzi, né rimani indietro. Qui e ora, presente al presente, con il respiro. Se l’osservi apriti alle qualità più intrinseche dell’aria in quanto veicolo del prana. Apriti alla realtà.
Non proteggerti con una corazza d’indifferenza. Non nasconderti in un ipotetico guscio peraltro invisibile. Apriti alle infinite possibilità dell’esistenza. Non irrigidirti mai su posizioni aprioristiche. Esamina e poi decidi di conseguenza. E vedrai un miracolo. La politica diverrà un servizio, uno tra i tanti, non più una mera professione oratoria. La cultura riconquisterà i primati di conoscenza che le competono. L’arte non sarà relegata, ma si affermerà di nuovo nella società. E la religione smetterà di raccontare frottole, di coltivare di tutto … tranne che compassione, di dividere la gente, di trincerarsi dietro oscuri retaggi pseudo-magici, ma entrerà nel cuore di ciascuno.
Epilogo
Sii vigile, perché la macchina delle illusioni è sempre in agguato. Qualunque approccio spirituale non può prescindere dalla rinuncia alla centralità dell’ego. E la meditazione è il fattore determinante che ti aiuta a conseguire quella consapevolezza sufficiente per aprire gli occhi al mondo, per cominciare a scorgere un barlume di verità.