Per noi occidentali cosa significa avere un maestro? Che idea ne abbiamo? Lo riteniamo indispensabile per un percorso di meditazione, oppure pensiamo che la sua presenza e il suo aiuto siano superflui?
Bisognerebbe vedere, innanzitutto, cos’é che s’intende per maestro. Se crediamo che il maestro spirituale sia un essere superiore che prescrive una ricetta unica e impone dei dogmi, sarà meglio evitare persino d’incontrarlo, subiremmo una delusione. E nel caso ci fossimo già imbattuti in un individuo così saccente da elargire a iosa realizzazioni ad hoc o verità incommensurabili, sarà meglio allontanarsene a gambe levate. Se invece il maestro è un soggetto che, innanzitutto, testimonia con la sua presenza l’esistenza di una possibilità alternativa, cioè di una vita consapevole in cui predominino, naturalmente, la gioia, la compassione e il sorriso, senza chiedere o imporre nulla a chicchessia, in tal caso sarà possibile anche ascoltare ciò che dirà. Senza mai abbandonare, ovviamente, il proprio spirito critico.
L’immaginazione
La nostra fervida immaginazione diviene sete di sapere, curiosità. Non siamo scettici, ma i credenti supini ci sembrano degli ebeti. La base della saggezza è la fede che scaturisce dall’esperienza. Non si può credere a qualcosa che non si conosce. Coloro che percepiscono la propria anima, o una sua parvenza, non lo declamano, non pregano in pubblico come pappagalli. Le espressioni religiose popolari sono genuine, non altrettanto i fondamentalismi teologici di tante tristi organizzazioni pseudospirituali. Pur di non perdere il potere, che in sostanza è politico, i loro esponenti, “maestri, assistenti, insegnanti, ecc.”, ciechi che pretenderebbero di guidare altri ciechi, sono disposti a diffamare, demonizzare, ecc.
Ma dov’è la loro benevolenza, quale amore diffondono? Contaminano i semplici con sottili e striscianti paure. Si dichiarano infallibili, detentori unici della verità. Chiunque abbia ancora, dopo le innumerevoli manipolazioni subite, suo malgrado e sin dalla più tenera età, una qualche capacità di pensare e riflettere autonomamente, si rende conto della follia, dell’esaltazione, del degrado etico di tanti tra questi presunti religiosi. L’attuale livello di civiltà è una conquista della scienza e non della teologia. E’ lecito ed auspicabile esprimere forti dubbi su tutte le posizioni irrazionali.
La verità
Qualcuno ha detto che la verità brilla di luce propria. Noi pensiamo, parafrasando, che chiunque abbia occhi appena appena discreti può intravederne subito un barlume. Basterà aprirli, ma con coraggio. Infatti, dapprima, la situazione reale sembrerà molto deludente. In seguito, la chiarezza mentale che ne deriverà sarà capace di sopperire al dolore inflitto in secoli e secoli di volgari menzogne a tutti coloro che confidarono fiduciosamente, ma ingenuamente, alle mani tese ricolme di miracolosa pietà. La pietà dei roghi, dell’oltranzismo e dell’intolleranza. Ahimè, non sono affatto cambiati. Né gli uni, né gli altri.
Il rimedio
Il criterio per salvaguardarsi è semplice: diffidare di tutto ciò che non può essere dimostrato.
Un visitatore chiese a tal proposito: a cosa serve la verità ultima se non è fruibile dalla ragione? La mia risposta fu la seguente: la verità ultima usufruibile dalla ragione? Se pensi o immagini di trovarla da qualche parte in modo da servirtene è solo una supposizione. La verità ultima è qui, ora, ma non riusciamo a vederla all’esterno perché ancora non l’abbiamo individuata dentro di noi (o viceversa).
Conclusione
Il nostro pensiero conclusivo è il seguente: credere, innanzitutto, in se stessi, nelle proprie capacità di autodeterminazione, non subire mai passivamente alcuna ingiustizia. La pratica della meditazione ci fornirà l’energia necessaria per essere creativi e reagire sempre. Ma con grande attenzione e producendo sempre azioni costruttive.
Infine alcune parole del Buddha Gautama Siddharta: ” … perciò, Ananda, siate un’isola a voi stessi. Siate un rifugio a voi stessi. Non ricorrete voi stessi ad alcun rifugio esterno. La verità (Dhamma) sia la vostra isola, la verità il vostro rifugio. Non usate altro rifugio. … “.