I metodi di meditazione sono tanti. Con il tempo mi sono reso conto come ciascun approccio abbia determinate peculiarità, ma non solo, i più esperti adattano i criteri generali alla propria indole. Anni fa chiesi al mio insegnante: lei, signore, come medita? Mi rispose volentieri. Segue una breve sintesi.
Vera meditazione è quando ti rendi finalmente conto che non c’è nulla da fare per riuscire a meditare volontariamente e che l’attimo, l’adesso, la presenza, la consapevolezza dell’essere qui e ora sono solo conseguenze successive alla realizzazione dello stato meditativo.
Ma allora, come procedere per superare l’impasse, questa apparente contraddizione? Ti rilassi e stai allerta. Sei seduto, disteso? Non importa nemmeno di rimanere immobile. Eventuali gesti o pensieri si esauriranno da sé e l’ambiente interiore subirà una trasformazione spontanea. La calma, la tranquillità di spirito prenderanno il sopravvento.
La meditazione subentra quando smetti di identificarti inconsapevolmente con qualunque tipo di pensiero. Ben lungi, quindi, dal sopprimere alcunché, come ad esempio impulsi o desideri. Ma se corri, devi correre e basta, idem se nuoti o cammini o, più semplicemente, se siedi: siedi e basta. Rimani con ciò che stai facendo o non facendo finché la mente non divenga così trasparente che al suo confronto il cielo limpido e terso non avrà nulla da invidiare. Per favorire il processo potresti immaginare, ma solo dapprincipio, che il tuo essere sia pura e semplice trasparenza. La tua parola chiave sia la trasparenza.
Un breve riepilogo
Per ciò che mi concerne chiudo gli occhi, siedo e immagino di essere trasparente. Dopodiché, trascorso un breve lasso di tempo e senza complicarmi la vita con quella pletora di poco credibili esercizi che viene spacciata per meditazione mi concentro lievemente su ciò che sto facendo, ossia lo stare disteso o seduto.
Beh, mi rendo conto che a mia volta sto impartendo istruzioni. Quindi, ascolta: se nel frattempo ti sovvenisse il respiro e ti rendessi conto di star respirando, ebbene respira. Quanto prima la (tua?) mente si arrenderà all’evidenza, alla luce. Infine cammina per un periodo di tempo equivalente a quello durante cui sei rimasto fermo.