Un antico insegnamento ci guida attraverso tre livelli di pratica spirituale. Il primo è evitare gli abusi, coltivare la virtù e superare l’attaccamento al Sé. Il secondo, tipico di un Bodhisattva, è assumere le sofferenze altrui, donare felicità e meditare sulla vacuità e la compassione. Il terzo, riservato ai praticanti del mantra, è riconoscere l’illusorietà delle forme, meditare nella chiarezza e connettersi al guru yoga. Questi principi, tramandati da maestri illuminati, offrono un percorso progressivo per trasformare la mente e il cuore. Attraverso la meditazione, possiamo integrare queste pratiche nella vita quotidiana, avvicinandoci alla saggezza e alla liberazione. Nell’esoterismo, questi tre livelli di pratica sono visti come tappe di un viaggio iniziatico, un percorso di risveglio della coscienza cosmica. La meditazione diviene quindi la chiave per accedere a dimensioni superiori di consapevolezza, per trascendere i limiti dell’ego e per connettersi con la fonte di ogni esistenza. Scopri come questi insegnamenti possono illuminare il tuo cammino interiore.
«Namo Buddhāya!
Evitare anche i piccoli abusi come se fossero veleno,
Sforzarsi di coltivare la virtù anche quando è difficile,
Superare i pensieri radicati nell’attaccamento al Sé.
Chi adotta queste tre cose è veramente colto.
Prendere su di sé i mali e le sofferenze degli altri,
Dare agli altri la propria virtù e felicità,
Meditare continuamente sulla vacuità e sulla compassione.
Chi adotta questi tre principi è un Bodhisattva.
Riconoscere qualsiasi cosa appaia come forma illusoria e la forma della divinità,
Essere consapevoli e coscienti nella beatitudine, nella chiarezza e nell’assenza di costruzioni mentali,
Meditare sul guru yoga, la fonte delle benedizioni.
Chi adotta questi tre elementi è un fautore del mantra.
Questo insegnamento di tre punti di base in serie di tre consigli fondamentali è stato dato a Dakpo Rinchen dal Signore del Dharma, l’onnisciente Buton Rinchen Drub.»