Troppa conoscenza porta all’agitazione; è meglio vuotare la mente. Più pensi, più grande è la perdita; è meglio la pratica dell’attenzione. Shih Wang Ming (VI secolo d.C.)
C’é un tempo, ma forse è meglio dire un momento, per ogni occupazione. C’è il momento dell’apprendimento, poi della riflessione, quindi dello svago. Si dimentica, purtroppo, di dedicarsi, altresì, al silenzio.
Fare silenzio, smettere d’assecondare la fantasia che galoppa recalcitrante dando luogo a innumerevoli incanti, corrisponde a vuotare la mente. Non è una pratica nel vero senso del termine, ma un’opportunità. Implica la volontà d’isolarsi idealmente per brevi frangenti e attendere. Cos’è che dovrebbe accadere, quale raggiungimento dovremmo conseguire? Dapprincipio nessuno. Sarà sufficiente acclimatarsi con un po’ di sana tranquillità. E librarsi nel cielo azzurro e libero dello spirito incondizionato, della chiara e luminosa mente originaria, di tutto ciò che precede senza darsi temporaneamente pena di quel che accadrà nell’istante che segue. Fermamente attenti al presente. Sulla via della meditazione.