Ancora qualche frase originale. Non si tratta di epigrammi famosi, bensì di semplici annotazioni concernenti sempre la meditazione e redatte di tanto in tanto dagli autori del sito come commenti a filmati del blog o altro, selezionate per la loro profondità e a disposizione di chiunque voglia riprodurle singolarmente. In tal caso è richiesto solo un link a www.meditare.it
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Qual è la mappa della meditazione? Il territorio della meditazione è senza confini. L’ambiente interiore non è mai lo stesso, è dinamico. Muta di continuo. Se sei alla ricerca di punti fermi, capisaldi di riferimento, sei nel posto sbagliato. La spiritualità non concerne l’etica, ma il tutto, che è, fondamentalmente, l’uno, da cui scaturisce in modo spontaneo il gioco della vita.
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Dervisci che danzano all’unisono guardandosi intorno nella vana ricerca del proprio sé più intimo. I movimenti come artifici per superare l’impasse delle risposte involontarie, automatiche e subordinate. L’armonia è trasmessa dai danzatori che come finte marionette si muovono in apparenza all’unisono, ma che sostanzialmente perseguono sempre il medesimo fine, una centratura individuale che li proietti dal palcoscenico della vita verso sé stessi.
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Se ascolti, se presti davvero attenzione – che è il preludio della concentrazione – non pensi. La tua mente si rilassa sull’onda emotiva delle sensazioni che quel determinato insieme di note suscita e a all’orizzonte appare un miraggio, l’armonia. È importante che tu desista, altresì, dall’immaginare. Rimani col vuoto che si crea in quell’istante e non tentare di colmarlo con idee o suggestioni. Per quanto affascinanti, invece di darti forza, attingerebbero sì al serbatoio interiore, ma senza poi più rigenerarti. Ascoltare in silenzio, senza pensare o immaginare alcunché, è una meditazione, in apparenza, molto semplice, ma prova. La meditazione come arte dell’ascolto …
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Di tanto in tanto concediti l’ascolto di un po’ di musica rilassante. Pochi minuti appena in cui puoi cogliere l’opportunità per meditare sganciandoti, temporaneamente, dal turbinio di pensieri e preoccupazioni che ti trascinano dappertutto, ma mai nel presente. Queste brevi pause di meditazione, durante cui sarebbe preferibile socchiudere gli occhi, sono utili specialmente per chi lavora al pc. Ovviamente queste pause non sono sufficienti per elevare il tuo stato di coscienza, ma sono comunque davvero vantaggiosi per il proprio equilibrio.
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Dopo l’ascolto, il passo successivo alla semplice ricezione ed elaborazione interiore delle note dovrebbe essere la riscoperta del silenzio. Sennonché la riscoperta della dimensione del silenzio crea un contrasto con l’ordinario frastuono esteriore che ci aiuta a prendere coscienza di una realtà molto meno evidente. Una sorta d’«intermezzo subliminale», ovverosia di ciò che resta al di sotto della soglia di percezione e di cui in condizioni normali raramente ce ne rendiamo conto. Mi riferisco a quel mondo sotterraneo di pensieri o idee e desideri – creati perlopiù da noi stessi – che sussiste e persiste indipendentemente dalle proprie attività. Mentre ciascuno crede di poter disporre senza impedimenti della propria vita, questa libertà è, di fatto, condizionata dal peculiare livello di attenzione, consapevolezza e vigilanza. Per meditare con successo non è sufficiente rilevare i propri pensieri più superficiali, ma è importante riconoscere e prendere atto, altresì, delle pulsioni più profonde. Dall’ascolto, al silenzio, alla meditazione come arte della vigilanza.
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Cos’è che si prova dopo la meditazione? Se lo chiedono in molti. La maggior parte ripetono come pappagalli ciò che hanno già sentito ridire da altri che, purtroppo, reiterano di continuo i medesimi luoghi comuni ascoltati da una lunga serie di fedeli riproduttori umani. Dopo la meditazione si percepisce soprattutto – in misura ovviamente diversa – un leggero e indefinito senso di unità: tra gli umani, gli esseri senzienti in generale, ma pure gli oggetti inanimati cui si attribuisce altresì, non so bene se a torto o a ragione, persino un determinato livello minimo di coscienza. Il senso di benessere che taluni indicano come il risultato più appariscente della loro meditazione dipende, per l’appunto, dalla qualità di consapevolezza unitaria così raggiunta.
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Eraclito, dapprincipio lo considerai un enigma. L’impermanenza che assurge a ruolo creativo! Ciò che ti aiuta davvero nel tuo percorso di consapevolezza e meditazione non è più il vuoto – ossia la libertà dall’ego – che ti consente di mollare la presa dai pensieri più ridondanti, ma la possibilità di conciliare gli opposti per ricreare una sintesi che travalica, ma non nega …
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Un po’ d’ironia sulla meditazione non fa male. Anzi, l’essenza della meditazione è proprio riuscire a sorridere di sé stessi come degli altri, di determinate abitudini, rituali o circostanze e persino di specifiche icone cui si attribuisce eccessiva importanza dimenticando che il vero nucleo della spiritualità è … Volete che vi faccia un discorso serio? Lasciamo perdere …
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Se da una parte la levitazione fisica appartiene perlopiù all’immaginario collettivo, alle credenze nel magico quanto alle speranze riposte strenuamente nel cosiddetto sacro, dall’altra la levitazione della mente che si disseta alle fonti della saggezza, dello spirito che si eleva verso le più alte vette della compassione e della consapevolezza sono circostanze assolutamente reali.
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La meditazione è uno dei pochi fenomeni naturali che puoi realizzare solo qui e ora. La presenza di spirito che comporta implica, tuttavia, il superamento dell’ego. Ci sarai, ma nel contempo ti sembrerà di essere assente.
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A coloro che non conoscono in profondità la meditazione vorrei dire di non lasciarsi ingannare dalle scene pressoché beatifiche, dai volti luminosi dei meditanti che emanano o comunicano tranquillità in chiunque li osservi. La meditazione, prima o poi suscita consapevolezza e, al di sotto dell’apparente pagliericcio virtuale di serenità dello spirito su cui ci si siede, per quanto quindi possa coltivare la pace, similmente si alimenta un senso di compassione che non è carità, bensì giustizia.
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Mi rendo conto che non tutti si rilassano ascoltando suoni della natura o su base emozionale. Ci sono quelli che preferiscono avvertire gli echi della propria interiorità come suoni che provengono dal profondo dell’animo per poi espandersi nei cieli onnipresenti della consapevolezza sempre, della consapevolezza comunque. Sicché il silenzio non ti aggredirà più, ma si sostituirà gradualmente al frastuono del tran tran senza che nemmeno te ne accorga. Tant’è che non avrai neppure il tempo di socchiudere gli occhi che sarai riportato, qui, ora, …
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Dov’è il Brahman, lo spirito universale che antecede, finché non si attualizza e racchiude ne medesimo istante passato, presente e futuro? Nei risvolti della coscienza. Come si rintraccia il Brahman? Come si esplora la coscienza? Devi osservarla, prestarle ascolto. La meditazione ti aiuta a entrare in contatto con le forze dello spirito che ti guariscono.
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Se vuoi migliorare il tuo cosiddetto destino devi disciplinare il vagabondaggio della mente. Tra passato, presente e futuro, trionfi e inettitudini. Ma la soluzione per tutti i possibili giochi della vita è soprattutto nel presente.
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Verificare la tua attitudine a esercitare l’attenzione e quindi a concentrarti prima e consentire che i pensieri seguano il loro libero corso subito dopo. Se credevi che la meditazione fosse solo relax, ossia una sorta di obnubilamento che conduce a una relativa quiescenza della mente rimarrai deluso. Qui la meditazione è, in primo luogo, consapevolezza e ti ridarà indietro solo ciò che tu stesso saprai comunque donare in termini di amore, compassione e cura di te stesso come degli altri.
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Vivere più lentamente, o per lo meno dedicare di tanto in tanto un breve periodo del proprio tempo all’auto-coscienza per rallentare, oltre che aiutare a divenire via via più consapevoli è anche un’ottima forma di meditazione.
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Comincia con l’osservare senza esprimere giudizi. In questo momento non importa affatto cos’è accaduto ieri, cos’è che accadrà tra un istante. Ciò che conta nella meditazione odierna è soffermarsi su quello che avviene nel momento stesso in cui ti predisponi a osservare. Procedendo così persino i cuori più aridi si trasformeranno in una fonte d’inesauribile gioia. E mentre i sentimenti più turbolenti che equivalgono ai marosi dell’animo lottano per imporsi gli uni rispetto agli altri, la tensione scema …
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Il ruolo della musica nel rilassamento consiste, oltre che nel creare un ambiente favorevole alla distensione, altresì nel rievocare quegli intimi echi della dimensione spirituale che abitualmente sonnecchiano negli angoli più riposti della propria coscienza. Sennonché sarà sufficiente una sessione di meditazione ben condotta, un evento fortuito, una circostanza relativamente imprevista, una coincidenza viepiù fortunata per risvegliare di punto in bianco determinate istanze apparentemente stagnanti, ma che diverranno in breve così preponderanti da risucchiarci senza meno verso … l’alto.
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Il danzatore derviscio si serve dei movimenti discordanti per superare gli automatismi tipici della mente condizionata. Il danzatore folle rappresenta la mente selvaggia e inquieta che alla fine deve inchinarsi e cedere il controllo a qualcosa di più grande, che lo sovrasta, vale a dire lo spirito simboleggiato da un individuo tranquillo e centrato.
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La mente non si affina o potenzia con la meditazione, la si mette – temporaneamente – da parte per tentare di cogliere la verità implicita che sottende l’esistenza e conseguire, quindi, una visione più equilibrata, chiara e soddisfacente – spirituale? – della vita.
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Superare la meccanicità, i condizionamenti esteriori – che a lungo andare comportano solo sofferenze – con l’osservazione, la coscienza o il ricordo di sé e, quindi, la meditazione. Smettere di reagire interiormente e riuscire ad essere più liberi.
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La purezza della dimensione interiore non ha nulla a che fare con l’esteriorità. Se mediti, lo comprenderai gradualmente. Il tempo è necessario per superare, almeno in parte, l’imprinting della matrice psicologica secondo cui siamo stati modellati e che, piaccia o meno, ci condizionerà per tutta la vita.
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È meglio diffondere la meditazione con un bel viso che con la spada come fu fatto e, in un certo senso, si continua a fare con talune opzioni – se non imposizioni – coercitive che nulla hanno a che fare, per l’appunto, con la spiritualità.
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Se l’insieme dei pensieri che si succedono indefessi sullo specchio della coscienza che osserva viene indicato, complessivamente, con il termine mente, com’è che potremmo designare la non-mente? In realtà la non-mente non si può definire, ma solo percepire. Dapprima è lo spazio vuoto che intercorre tra i pensieri medesimi, nel nostro caso le note del piano, in seguito è la coscienza che si espande sino a cogliere il sostrato d’armonia e silenzio che permane nonostante passioni, idee e sentimenti si alternino, capricciose, nel tentativo di proteggere l’ego che, a sua volta, vacilla via via che la coscienza trasmuta viepiù in umile consapevolezza.
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La musica davvero rilassante non deve attrarre la tua attenzione o suscitare particolari emozioni, ma consentirti di mollare la presa e conciliare relax e consapevolezza. Le sue note non scandiscono gli eventi. Non si rapportano alla tua vicenda personale. Semmai devono aiutarti a rallentare, a non pensare, senza che nemmeno te ne accorga. Senonché dal momento in cui la meditazione si fa strada nel tuo essere, il silenzio prende il sopravvento. La musica è finita e puoi rapidamente voltar pagina per riprendere la routine che la consuetudine, o la tua voglia di fare, anche per oggi, hanno voluto importi.
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Uno dei miei approcci preferiti alla meditazione è rammentare, innanzitutto, che la prospettiva secondo cui osserviamo il mondo, l’ambiente, tutto ciò che ci circonda non è la medesima per tutti. Lo stesso vale per la consapevolezza soggettiva, ragion per cui se vogliamo rallentare il dialogo interiore dobbiamo superare rapidamente l’importanza che attribuiamo alle apparenze e procedere dritti come una freccia scoccata senza pensare verso un bersaglio che in realtà non esiste.
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Prova a meditare al mattino. Quando la gente ancora dorme. Siedi in un ambiente diverso da quello in cui hai trascorso la notte e inizia col percepire il risveglio delle energie che ti consentono d’integrarti di nuovo e rapidamente nel tran tran quotidiano. Non è che tu debba compiere chissà quali mirabolanti esercizi. Ma dovresti prestare più attenzione a te stesso come alle circostanze esterne proponendoti di non agire distrattamente. Pochi minuti saranno più che sufficienti e gli eventuali lievi contrattempi giornalieri ti appariranno del tutto accettabili.
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Il vero amore, equanime, disinteressato, senza oggetto, puoi conoscerlo solo (soprattutto) con la meditazione. Che significa? Per comprenderlo dovresti prima renderti conto come l’amore non sia sentimento.
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Ascolta un po’ di musica calma e rilassante per aiutarti nella tua meditazione. Funziona meglio se hai le cuffie. Non immaginare nulla, rimani aderente al momento presente. Anche se non è richiesto nessuno sforzo non devi consentire che la mente proceda a briglia sciolta, ma restare vigile, equilibrato, seduto correttamente e, soprattutto, senza tensioni. Il rilassamento vero e proprio sopraggiungerà via via.
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Prima di affermare che non esiste niente bisognerebbe aver conosciuto, ossia intuito, la complessità del tutto. Le speculazioni meramente intellettuali tese a dimostrare o asserire l’ipotetico non conducono – per l’appunto – a niente, se non sono supportate adeguatamente da un vero, appropriato e puntuale discernimento. La scoperta o conquista di un buonsenso che si può realizzare soprattutto con la meditazione.