La pratica della piena consapevolezza – esperita con l’ausilio della meditazione – ci conduce – invariabilmente – verso la pace, la gioia e la liberazione. Questi tre elementi sono strettamente correlati: la liberazione procura felicità e, quanto più profonda è la liberazione, tanto più grande sarà la felicità. Riconosciamo che, attraverso la liberazione, possiamo sperimentare pace e gioia nel momento presente, senza dover attendere anni. La pratica della meditazione ci consente dunque di osservare finanche l’imperscrutabile, ossia di prendere atto delle peculiarità più ancestrali, in profondità alle più svariate emozioni fino a percepirne l’essenza. Ad esempio, l’ira, l’ansia e la paura sono catene che ci tengono legati alla sofferenza. Per liberarcene, dobbiamo osservarne la natura, che è l’ignoranza e la mancanza di una chiara comprensione. Quando comprendiamo profondamente ciò che è accaduto, possiamo risolvere i malintesi. Quando consideriamo l’altro e la sua situazione, la sofferenza svanisce e in noi sorgono gioia e pace. Il primo passo è essere consapevoli dell’oggetto, il secondo è scrutarlo in profondità per chiarirlo. Pertanto, consapevolezza significa sia essere mentalmente presenti che considerare ed esplorare in profondità.
“Pratichiamo la piena consapevolezza per realizzare pace, gioia e liberazione nella nostra vita quotidiana. Liberazione e felicità sono legate fra di loro: se c’è liberazione, c’è felicità, e più grande è la liberazione più grande è la felicità. Sappiamo che se c’è liberazione, abbiamo pace e gioia nel momento presente. Non occorre aspettarle dieci o quindici anni. Per quanto la loro presenza possa essere modesta, costituiscono le basi per una più grande pace, gioia e liberazione nel futuro.
Praticare la meditazione è guardare in profondità per vedere nell’essenza delle cose. Grazie alla visione profonda e alla comprensione possiamo realizzare pace, gioia e liberazione. Per esempio, la rabbia, l’ansia e la paura sono corde che ci legano alla sofferenza. Se vogliamo liberarcene abbiamo bisogno di osservare la loro natura, che è l’ignoranza, la mancanza di una chiara comprensione. Quando fraintendiamo un amico ci possiamo arrabbiare con lui, e per questo soffrire. Ma, guardando in profondità dentro ciò che è successo, possiamo porre fine all’incomprensione. Quando capiamo l’altro e la sua situazione, la sofferenza scomparirà e in noi sorgeranno gioia e pace. Il primo passo è la consapevolezza dell’oggetto, il secondo è guardare in profondità l’oggetto per chiarirlo. Perciò consapevolezza significa presenza mentale e significa anche vedere in profondità.”
~ Thich Nhat Hanh – “Trasformarsi e guarire” ~
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– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh