Cosa c’è di meglio che iniziare la giornata con una bella meditazione? Se pensate che sia una pratica noiosa e difficile, forse non avete ancora incontrato Yongey Mingyur Rinpoche, un maestro buddhista che vi farà scoprire l’arte della meditazione con leggerezza e gioia. In queste note, desunte dal suo libro “The Joy of Living: Unlocking the Secret and Science of Happiness”, Rinpoche vi guiderà a coltivare la presenza mentale in ogni momento della vita, usando il respiro, i sensi e la consapevolezza come strumenti per calmare la mente e connettervi con il vostro vero sé. Non importa se siete in cammino, al volante, in cucina o a tavola: ogni situazione è un’occasione per praticare e scoprire la bellezza infinita del momento presente. Rinpoche vi insegnerà anche che la meditazione non è una taglia unica, ma si adatta alle esigenze e alle affinità di ognuno. L’importante è trovare una pratica che vi porti calma, chiarezza, fiducia e pace. Così facendo, non solo beneficerete voi stessi, ma anche tutti quelli che vi circondano. Unitevi a Rinpoche in questo viaggio verso una vita più consapevole, piacevole e sorprendente. Non ve ne pentirete!
Quando cominciamo a sentirci completamente senza speranze, è allora che iniziamo ad aiutare noi stessi, a sentirci a casa. (Chogyam Trungpa, Illusions Game).
«La meditazione non è un vestito “taglia unica”. Ogni individuo rappresenta una combinazione irripetibile di personalità, background e talenti. Il Buddha se ne rese perfettamente conto ed è per questo ha insegnato una varietà di metodi per aiutare le persone, in tutti gli ambiti della vita e in qualsiasi situazione, a scoprire la natura della propria mente e a raggiungere la vera libertà dai veleni mentali dell’ignoranza, dell’attaccamento e dell’avversione.
Per quanto semplici possano apparire alcuni di questi metodi, essi rappresentano in realtà il cuore della pratica buddhista. L’essenza degli insegnamenti del Buddha è che mentre la pratica formale può aiutarci a sviluppare un’esperienza diretta della vacuità, della saggezza e della compassione, tali esperienze non hanno alcun senso se non riusciamo a trasferirle in qualunque aspetto della nostra vita quotidiana. Perché è nell’affrontare con successo le sfide di ogni giorno che possiamo veramente misurare il livello del nostro sviluppo in fatto di calma, comprensione e compassione.
Per questo il Buddha ci ha invitato a mettere alla prova direttamente su noi stessi le sue pratiche. In uno dei sutra, ha esortato esplicitamente i suoi studenti ad analizzare i suoi insegnamenti, mettendoli in pratica, piuttosto che accettarli sulla parola: bruciare, tagliare e strofinare l’oro, come fa l’orafo, così il saggio esamina i gli insegnamenti. Verificate bene i miei insegnamenti – ha detto – e non accettateli per fede nei miei confronti.
Con lo stesso spirito, dovremmo testarli su noi stessi per vedere se funzionano. Alcune pratiche possono aiutarci, altre no. Alcune persone possono sentire subito una certa affinità con una o più tecniche, mentre altri metodi richiedono un po’ più pratica. Alcune possono addirittura scoprire che la pratica della meditazione non giova loro affatto. Va bene anche questo.
Ciò che davvero è importante è trovare e adottare una pratica che abbia come risultato un crescente senso di calma, chiarezza, fiducia e pace. Se riuscite a farlo, ne trarrete un enorme beneficio non solo per voi stessi, ma anche tutti quelli che vi circondano. Questo è lo scopo di ogni pratica scientifica o spirituale – non è così? – creare un mondo più sicuro, più armonioso e dolce, non solo per noi, ma anche per le generazioni future.
Unisciti a qualsiasi cosa incontri con la meditazione, ha detto Jamgon Kongtrul (ne Il Grande Sentiero del Risveglio).
Con questo consiglio in mente, consideriamo alcuni dei modi in cui è possibile praticare nella vita quotidiana, utilizzando persino quelle che normalmente potrebbero apparire distrazioni come supporti per calmare la mente. I testi antichi chiamano questa pratica “considerare la vita come il sentiero”. Camminare per strada, per esempio, può essere una grande opportunità per sviluppare la consapevolezza.
Quante volte vi è capitato di dover andare a piedi da qualche parte – a fare la spesa in un negozio, in un ristorante per il pranzo – e ritrovarvi a destinazione senza nemmeno rendervi conto di come ci siete arrivati? Questo è un classico esempio di come permettiamo a quella scimmia impazzita che è la nostra mente di saltare incontrollata di qua e di là, impedendoci non solo di vivere la pienezza del momento presente, ma privandoci anche della possibilità di concentrarci e di coltivare la nostra consapevolezza.
La pratica consiste allora nel decidere di portare intenzionalmente la nostra attenzione su ciò che ci circonda: gli edifici accanto ai quali passiamo, la gente che cammina sul nostro stesso marciapiede, il traffico per le strade, gli alberi lungo il tragitto.
Quando si presta attenzione a ciò che si vede, la scimmia impazzita si ferma. La mente diventa meno agitata e comincia a svilupparsi un senso di calma. Potete anche portare la vostra attenzione sulla sensazione fisica del camminare, sulla sensazione delle gambe in movimento, dei piedi per terra, sul ritmo del vostro respiro o del vostro battito cardiaco.
Funziona anche se siete di fretta, anzi è in realtà un ottimo metodo per combattere l’ansia che generalmente proviamo se siamo di corsa e temiamo di arrivare in ritardo. Si può camminare velocemente portando però l’attenzione alle sensazioni fisiche o alle persone, ai luoghi o alle cose che incontriamo.
Quando portate la consapevolezza in ciò che state facendo, le distrazioni e le ansie svaniscono gradualmente e la mente diventa più tranquilla e rilassata. E quando arrivate a destinazione, vi sentirete decisamente più a vostro agio e pronti per affrontare la prossima tappa del vostro viaggio.
È possibile portare la stessa attenzione anche se siete al volante o in qualunque situazione quotidiana – a casa o sul posto di lavoro – semplicemente diventando consapevoli dei vari oggetti che si trovano nel vostro campo visivo o utilizzando i suoni come supporto. Anche compiti semplici come cucinare e mangiare offrono grandi opportunità per fare pratica. Mentre tagliate le verdure, per esempio, potete portare la vostra attenzione sulla loro forma o sul loro colore o sui suoni della zuppa o del sugo che bolle in pentola. Mentre mangiate, portate la vostra attenzione agli odori e ai sapori che sperimentate.
In alternativa, potete praticare la meditazione senza oggetti in una qualsiasi di queste situazioni, permettendo alla vostra mente di riposare, semplicemente e apertamente, mentre affrontate qualsiasi attività, senza provare attaccamento o avversione.»
(Yongey Mingyur Rinpoche – Tradotto (da Carolina Lami) da The Joy of Living: Unlocking the Secret and Science of Happiness)
– Yongey Mingyur Rinpoche (amazon)
– Yongey Mingyur Rinpoche (macrolibrarsi.it)
– https://www.facebook.com/mingyur.rinpoche
– Yongey Mingyur Rinpoche – Wikipedia