Ora che la meditazione ti ha dischiuso le porte di una dimensione esistenziale alternativa foriera di pace e benessere, ora che le tue prospettive quotidiane sono quindi mutate, temi che il tuo paesaggio vitale si trasformi radicalmente. Per evitare che l’ignoto irrompa d’improvviso nella tua vita sino a quasi sconvolgerla, pensi sia indispensabile crearsi delle solide basi culturali. Lo ripeto, la traversata che ti accingi a compiere ti sembra così vasta che avverti l’esigenza di fulcri spirituali decisamente ciclopici. Tuttavia mentre tenti di crearti un’impalcatura di conoscenze adeguate, in realtà ti allontani, mantieni le distanze dalla tua medesima essenza, dal pur minimo barlume di verità.
D’altra parte quale sia sul serio la verità è tutto da vedere. Non è nemmeno detto che riuscirai mai ad afferrarla con la meditazione. Perché la verità è sempre ciò che sfugge. A meno che non smetti d’inseguirla per disporti a riceverla. Ed è proprio questo uno dei punti chiave della meditazione. Meditare è disporsi a ricevere la verità dell’amicizia senza che sia presente alcun amico, dell’amore senza che ci sia nessun amante, della meditazione senza che ci sia nessuno che stia già meditando.