Richard Rohr racconta alcune peculiarità di un periodo di pratica meditativa – basato sull’osservazione del respiro – svolto con la guida del benamato e indimenticabile Anthony De Mello. Le sue considerazioni, talché minuziose, chiariscono svariati dubbi. Leggerle con debita e riconoscente attenzione schiuderà un microcosmo di minuscole verità ritenute dai più troppo utopiche per esser vere. Credo che sia opportuno insistere un attimo su questo scritto che mi ha, tra l’altro, indicato un’irrinunciabile – anche se in apparenza piuttosto elementare – opportunità introspettiva. …
«Una volta Tony ci raccontò di aver partecipato a un ritiro buddhista.
Il suo guru passava fino a dieci ore di seguito con il suo gruppo, concentrandosi solo sulla respirazione, sul flusso di aria che entrava e usciva dalle narici dei partecipanti. A questi veniva chiesto di notare il volume di aria che entrava e usciva dal loro corpo, del calore o della freschezza, dell’asprezza o della dolcezza di ogni respiro, della sua superficialità o profondità. Nel corso dell’esercizio, molti partecipanti facevano osservazioni sulla noia o sulla difficoltà che provavano, e mettevano anche in discussione la validità dell’esercizio.
Ma Tony ci chiedeva di insistere, dicendo che anche lui aveva scoperto per esperienza che più tempo si dedicava a questo esercizio, più se ne scopriva il valore. Egli spiegava che attraverso quest’esperienza «in un certo senso si tornava a casa, dentro se stessi». Era come se si fosse preso un barattolo pieno di acqua torbida in cui nuotavano minuscoli pesci invisibili; e poi, una volta che si fosse dato il tempo all’acqua di calmarsi e placarsi, essa fosse diventata limpida, permettendo all’improvviso di scorgere la vita che conteneva.
Questo tipo di limpidezza o di silenzio dentro di noi può spaventare, ma permette a ciò che è veramente importante dentro di noi di venire a galla. In questo spazio silenzioso, acquisiamo la consapevolezza di importanti aspetti, consci o subconsci, della nostra vita, e possiamo vivere un’esperienza «Eureka!» di chiarezza su noi stessi. In un certo senso, ci concediamo il permesso di riconsiderare gli ultimi mesi trascorsi scoprendo così quali esperienze abbiano un vero valore per noi e dove ci sia stato un autentico risultato.
Per farci capire fino in fondo come si dovesse fare tutto questo, Tony ci raccontò di un generale dell’esercito giapponese che era stato gettato in prigione. Naturalmente, egli era terrorizzato e si preoccupava costantemente di cosa avrebbero potuto fargli i suoi nemici. Era talmente in ansia che la notte non riusciva a chiudere occhio.
Tuttavia, nel bel mezzo del suo terrore gli tornarono all’improvviso alla mente le parole del suo maestro Zen: «Il domani non è reale. L’unica realtà è il presente». Quando il generale giapponese si concesse il permesso di credere a quest’affermazione, recuperò immediatamente la capacità di dormire. Il futuro aveva mollato la presa su di lui. Ridivenne una persona perfettamente in grado di «essere» soltanto nel presente.
Molti di noi trascorrono gran parte del proprio tempo a rimpiangere ciò che ci è accaduto fino a questo momento, o a preoccuparsi inutilmente delle potenziali catastrofi che potrebbero coglierci in futuro: tutte cose su cui abbiamo un controllo limitato o addirittura nullo.»
– Anthony De Mello (macrolibrarsi)
– Anthony De Mello (amazon)
– Anthony de Mello – Wikipedia