La meditazione non è solo una pratica da fare seduti su un cuscino, ma uno stile di vita che coinvolge ogni aspetto della nostra esistenza. Anche il momento del pasto può diventare un’occasione per coltivare la consapevolezza, la gratitudine e la gioia. In queste note, il rinomato maestro di meditazione Alan Wallace ci insegna come praticare la meditazione a tavola, sul cibo. Ci spiega come scegliere gli alimenti più sani e benefici per il nostro corpo e la nostra mente, come apprezzare il loro sapore e il loro nutrimento, come ringraziare tutte le persone e le forze della natura che hanno reso possibile il nostro pasto. Ci invita anche a riflettere sul significato profondo del cibo, come simbolo di interdipendenza, di trasformazione e di compassione. Scoprirete dunque come rendere il vostro pasto un momento di meditazione, di piacere e di saggezza.
«La prossima volta che vi sedete a tavola, fate questo esperimento: focalizzate la nuda attenzione sul modo in cui ciascuno dei cinque sensi si manifesta in relazione al cibo che avete davanti. Lasciate che vista, olfatto, gusto, udito e tatto percepiscano separatamente il cibo per mezzo della nuda attenzione, con la minima sovrapposizione concettuale possibile.
Cominciate rivolgendo la presenza mentale all’aspetto visivo del cibo, ovvero ai suoi colori e forme. Abbandonate le associazioni concettuali che potrebbero affiorare in voi circa queste impressioni visive, e lasciate andare anche le preferenze o i giudizi personali sul cibo. Le vostre attrazioni e repulsioni non sono infatti presenti nel cibo stesso, e nemmeno nei suoi colori e forme. Fate caso esclusivamente alla conformazione e alle tonalità cromatiche del cibo, concentrandovi su di esso con la nuda attenzione.
Ora chiudete gli occhi per alcuni istanti e considerate gli aromi del cibo. Non percepite che tali fragranze, notando il loro mutare da un momento all’altro. Riconoscete con acuta presenza mentale le varie sfumature dei profumi, ma non mischiate l’immediatezza della vostra esperienza con etichette concettuali basate su gusti personali. Ora assaggiate un boccone del cibo e, restando a occhi chiusi, rivolgete la nuda attenzione ai sapori che si manifestano nella vostra bocca. Mangiate lentamente, consapevoli dei cambiamenti che in essi insorgono. Mentre masticate il cibo, concentratevi sui suoni connessi all’operazione del mangiare. Non sono mai gli stessi da un momento all’altro, perciò cavalcate l’onda del presente, senza ancorarvi a nulla del passato e senza aspettarvi nulla dal futuro. Infine rivolgete la nuda attenzione alle sensazioni tattili suscitate dal cibo, dal suo essere caldo o freddo, solido o liquido, liscio o ruvido. Lasciate andare ogni immagine mentale relativa alle analogie che il cibo vi suggerisce e focalizzatevi soltanto sulle qualità tattili del cibo mentre viene masticato e inghiottito.
Interessante, non è vero? In genere, quando mangiamo (specie se siamo simultaneamente coinvolti in qualche altra attività, come il conversare), le nostre sovrapposizioni concettuali soffocano le qualità sensoriali del cibo che stiamo ingerendo. Ci ricordiamo solo se il pranzo ci piaceva, ci disgustava o ci era indifferente, ma soffriamo solitamente di un disturbo di deficit cognitivo riguardo ai cinque tipi di impressioni sensoriali ricevute dal cibo. E come un pasto può passare inosservato, così accade per il resto della nostra vita. Troppo spesso ci lasciamo sfuggire ciò che è successo e immaginiamo cose mai avvenute, ricordando solo gli assunti, le aspettative e le fantasie da noi proiettate sulla realtà.»
(Da: Alan Wallace, “La rivoluzione dell’attenzione. Liberare il potere della mente concentrata“)
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Benefici
Prima di concludere riporto una sintesi dei benefici che si possono conseguire con la meditazione sul cibo:
– Ridurre lo stress: la meditazione favorisce il rilassamento e il rilascio di ossido nitrico, una sostanza che migliora la circolazione sanguigna e abbassa la pressione.
– Migliorare la concentrazione e l’attenzione: la meditazione aiuta a focalizzarsi sul presente e sulle sensazioni che il cibo provoca, evitando le distrazioni e le abitudini automatiche.
– Prevenire l’ansia e la depressione: la meditazione stimola la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che regola l’umore e il benessere psicologico. La meditazione può avere effetti paragonabili a quelli dei farmaci antidepressivi.
– Scegliere il cibo più adatto: la meditazione aumenta la consapevolezza delle proprie esigenze nutrizionali e delle proprie preferenze gustative, facilitando la scelta degli alimenti più sani e benefici per il corpo e la mente.
– Coltivare la gratitudine e la gioia: la meditazione invita a ringraziare tutte le persone e le forze della natura che hanno reso possibile il nostro pasto, riconoscendo il valore del cibo come simbolo di interdipendenza, di trasformazione e di compassione.
La meditazione a tavola è quindi una pratica che può arricchire la nostra vita quotidiana, portandoci più salute, equilibrio e felicità.