Ogni momento della giornata è ottimo per meditare, ma il mattino è quasi insuperabile. Gli stati d’animo usuali, quelli tipici della veglia, di chi è ben allerta e pronto a riprendere la routine, non si sono ancora riaffermati. La tua anima è, tendenzialmente, possibilista e ancora pronta ad acquietarsi all’istante. Malgrado tu sia già ben lucido e l’energia cominci a riaffiorare in tutta la sua versatile effervescenza, ti senti ancora relativamente calmo e ben disposto verso il cosmo intero. E’ il momento giusto, approfittane. Chiudere gli occhi è ancora semplice. Dimorare in se stessi senza costringersi affatto è quasi automatico. Seguire, eventualmente, il respiro che rigenera sembra quasi un gioco. Ma, fin dove spingersi? Te lo dirà l’intuito. Il sortilegio della natura che si rinnova è in pieno atto. L’élan vital (lo slancio vitale) rifluisce attraverso il veicolo emblematico del respiro negli angoli più remoti o tranquilli della tua super-coscienza. I giochi della vita riprendono. Ora sei pronto a ricominciare. Una poesia …
Meditare alle 6
Le auto che procedono decise
per una meta che sarà, suppongo,
per chi ce l’abbia, credo, il suo lavoro.
Il sole che cincischia tra le nebbie
che si diradano alle prime luci
più leste di un codardo che già teme
per la sua vita, ma non per quella altrui.
Eh beh, ti accorgi che via via che passa il tempo
un luccichio ti avvolge col silenzio
che lungi dalla resa al tramestio
t’incanta e si trasforma … in nuovo giorno!
Ti dice ch’è il momento che tu immerga
le mani dentro quelle mille gocce
che spargi ovunque pur rimanendo qui.
Giacché ci sei estendi il bell’abbraccio
a chi proteso ti dedica il suo vuoto …
Tu che accogliesti sempre lo sciabordio degli anni,
via via che l’attimo con tatto sussurrava:
amico, vedi, non sono solo tuo,
ma siamo così tanti
che trasformarsi in Uno
è quasi un gioco.