«L’amicizia e l’amore non si chiedono come l’acqua, ma si offrono come il tè. (Detto Zen)»
Un detto semplice, incisivo, così scontato che riportarlo sembra quasi superfluo, ma si può approfondire. L’amicizia e l’amore leniscono la sete, placano l’arsura di ogni essere che si sente, giacché lo crede, isolato. Ma l’amicizia e l’amore sono solo palliativi temporanei. Per calmare quella sete che sembra nascere, di fatto, dal proprio intimo è indispensabile ristorarsi a una sorgente ancora più profonda. Se ne avverti la necessità significa che la vena in questione è ancora sotterranea, ossia al di là del tuo attuale orizzonte metafisico. Per fare in modo che affiori devi diventarne consapevole e ciò può essere fatto soprattutto con la meditazione.
Siedi in maniera corretta e chiudi, pertanto, gli occhi. Osserva, ma all’incontrario, verso l’interno. Esplora, indefesso, quella selva, apparentemente oscura, che è la mente stessa quando diventa immobile. Quando, cioè, la nebbia dei pensieri si è diradata consentendo una visione via via più chiara e cristallina. Quanto più il tuo sguardo innocente scende in profondità, tanto più lo zampillo della verità affiorerà in superficie fino al punto che dentro e fuori, l’amicizia, l’amore e la meditazione, appariranno finalmente uno.