Alcune tra le più autorevoli tradizioni spirituali presenti in questo pianeta tramandano che equinozi e solstizi, snodi cruciali del calendario terrestre, sono momenti alquanto propizi alla meditazione. La concentrazione interiore diviene, inspiegabilmente, più intensa. Altrettanto succede con la presenza di spirito. Ci si sente più attenti, disponibili, relativamente efficaci.
Uno dei motivi di questa periodica metamorfosi delle coscienze è da ricercare, con ogni probabilità, nella sacralità ancestrale correlata ai riti di passaggio. Ma vediamo subito come sia possibile profittare di siffatta favorevole contingenza per proiettarsi mentalmente dal frastuono del tran tran quotidiano nell’immediatezza dell’adesso, del qui e ora.
Assumi, come sempre, una posizione consona. Accetta tutto ciò che ti accade intorno: il trambusto del lungo serpente veicolare che si estende lungo le arterie della frenesia più mondana; il parapiglia delle continue negoziazioni quotidiane pressoché indispensabili per poter sopravvivere; l’indicibile silenzio di un oasi immersa nella natura. Percepisci la quint’essenza che compenetra il tutto e ti avvolge in un abbraccio solerte e benevolo. Rimani in questo stato, senza pensieri, senza inquietudini, al di là dell’ansia, per tutto il tempo che ti aggrada.