Piovono rane, piovono zerbini, nevica luce, ma senza pause, soffice-mente. Giustappongo frammenti di pensieri. A che pro? Nella speranza di trasformare il mio puzzle in un discreto mosaico, certo che qualche spirito eclettico ne coglierà l’afflato, mentre non si tratta, tutt’al più, che di un semplice gioco. Per ingannar qualcuno? No, è solo l’ennesimo tentativo per illudermi di riuscire a rallentare il tempo.
Ebbene, che succede? Non sapevo più cosa scrivere e mi sono dato al trasformismo? In realtà vorrei che ti fermassi. Soprattutto dopo aver letto questi quattro periodi semi-sconnessi. Dà una direzione alla tua vita, non lasciarla al caso. Indica una via d’uscita al corpo-mente. Offrigli la possibilità di rilassarsi. Spiegagli che dovrebbe impiegare l’attenzione in un modo più costruttivo. Suggeriscigli di osservare il respiro (anapanasati), o di focalizzare un determinato obiettivo come, ad esempio, la fiamma di una candela (trataka) in modo da familiarizzare con la propria capacità innata di concentrare – meglio – la mente per trarre profitto dalle più disparate circostanze. Spiegagli che la suddetta attitudine di concentrarsi a dovere, di focalizzare appieno, ha come contraltare altrettanto positivo l’abilità di non pensare a nulla, di mollare la presa, rasserenarsi, centrarsi (in se stessi), veleggiare verso l’infinito … “Amore” che è pur sempre la vita.