3 – Che cos’è la meditazione?
Una breve premessa: per comodità distinguiamo tra i metodi impiegati, che indichiamo genericamente con “meditazione” o “tecniche di meditazione”, ed il risultato che potrebbe essere conseguito, cioè lo stato meditativo. La meditazione è una tecnica che permette di realizzare una distensione ben più profonda del sonno, ma in una condizione d’ineccepibile veglia.
Con una definizione un po’ generica, meditare equivale ad essere consapevoli di qualunque cosa si stia facendo – o non facendo – in quel determinato istante, senza agire in modo automatico, con disattenzione o peggio ancora con svogliatezza. Il segreto, semmai possa definirsi tale, è tutto qui: essere o diventare consapevoli, per quanto possibile, dei propri atti, senza tensioni, aspettative, con scioltezza, senza prefigurarsi nulla … Il senso del presente, del qui e ora, conduce via via ad un rilassamento interiore che consente di percepire la vita per ciò che è.
Per meditare è sufficiente prestare attenzione, osservare, con tanta tanta pazienza, perseveranza, in silenzioso raccoglimento. Un esempio. Se getti un sasso in un laghetto la superficie s’increspa. Le piccole onde che si formano sono come i pensieri. Ma se attendi un po’ le onde si placano, i pensieri svaniscono, la mente si calma. Per far ciò non devi concentrarti sulle onde, ma osservarle e attendere. In particolare, la concentrazione è solo la fase iniziale di talune tecniche, ma la meditazione in sé non è concentrazione.
I modi per realizzare quello stato di calma e di quiete cui abbiamo appena accennato sono pertanto indicati, nell’accezione corrente più comune, con “tecniche di meditazione”. L’oggetto della propria attenzione varierà secondo gli esercizi. Ma l’obiettivo sarà sempre il raggiungimento di uno stato d’animo vigile e nel contempo rilassato, una situazione di relax permanente che si approfondirà viepiù sino allo schiudersi della dimensione interiore.
A volte è arduo star lì quieti, attenti e fermi. Siamo così coinvolti da non riuscire a indugiare nemmeno un istante. Ed ecco gli artifici, i metodi, ecc., ma il punto è sempre lo stesso. Quell’identico, immutabile, intramontabile fulgido silenzio cui segue un senso d’integrazione, soddisfazione e completezza, un’energia tale da riuscire a superare con intelligenza numerosissimi ostacoli, una partecipazione esistenziale eccellente, ma senza eccessivi o superflui coinvolgimenti e sterili identificazioni emotive. Chiaro? Tuttavia non basta essere vagamente consapevoli.