Ho raccolto ancora delle frasi originali, – scritte, cioè, dai compilatori del sito – dei brevi appunti sulla meditazione, alcune note di commento – postille – da ponderare, su cui riflettere e che puoi adoperare come incipit nella tua pratica quotidiana. Naturalmente queste annotazioni su aspetti particolari od occasionali della meditazione non sono verità assolute in cui credere, bensì risvolti estemporanei da verificare, da sottoporre alla prova dei fatti. Rammenta, altresì, che per avere successo con la meditazione non puoi basarti esclusivamente sul raziocinio, tieni ben presente le incommensurabili ragioni del cuore. Se sei un blogger o ami scrivere potrebbero esserti utili per commentarle e sviluppare quindi ulteriori riflessioni. È possibile riprodurle – singolarmente – dovunque. In tal caso è richiesto solo un link a www.meditare.it …
* * *
Come pensi di riuscire a meditare se non disciplini preventivamente il caos dei pensieri che si susseguono senza sosta? I metodi per raggiungere il silenzio interiore sono tanti. Da quelli più diretti, come l’osservazione degli stessi pensieri, alle tecniche parallele, quali il conseguimento di uno stato di calma relativa del respiro che si riflette, quindi, sulla mente.
* * *
L’esperienza spirituale non è affatto avulsa dalla vita reale. Cos’è il lavoro spirituale se non l’interconnessione tra elementi naturali, vita interiore e tecnologia? La creatività – che è la più alta forma di meditazione – diventa così il metodo per superare i vincoli contingenti, concepire ed esprimersi. Rammentiamo pure come la meditazione antica utilizzava figure di architettura e di città per aiutare la riflessione silenziosa.
* * *
I canti – quelli che hanno per tema di fondo la spiritualità – a qualunque tradizione appartengano, favoriscono sempre la meditazione. Può darsi che il raccoglimento interiore avvenga durante l’ascolto, oppure in un secondo momento, quando l’eco del riflesso intimo della melodia si affievolisce e subentra il silenzio. Cerchiamo, dunque, un momento di pace ascoltando un breve canto …
* * *
Yoga e meditazione, un binomio che a volte sembrerebbe quasi inscindibile. Ad ogni modo, esercita il fisico per ottenere il massimo beneficio dalla mente e realizzare la consapevolezza dell’imprescindibile unità mente-corpo.
* * *
Un esempio, significativo, di come ci si dovrebbe comportare durante la meditazione. Se tenti di tacitare il cicalio mentale indisciplinato, eliminando i pensieri uno per uno, li vedrai moltiplicarsi a dismisura al punto che ne rimarrai sopraffatto. Ma se invece li accetti, ne divieni consapevole, li consideri per ciò che sono realmente, nubi di passaggio che oscurano, ma solo temporaneamente, il cielo limpido della tua consapevolezza, li vedrai dileguarsi spontaneamente. E il silenzio, la grazia della tranquillità di spirito discenderà su di te senza che l’abbia nemmeno cercata.
* * *
Amorevolezza e compassione. Di tanto in tanto ne parliamo con insistenza, quasi come fossero fari della consapevolezza, esempi da seguire, sentimenti da diffondere. Ma in realtà siffatti impulsi seguono – e non precedono – la meditazione. Ne sono il frutto più autentico.
* * *
L’ascolto di una determinata melodia, il solo fatto di sintonizzarsi emotivamente con un certo ritmo, facilita la guarigione e semplifica la successiva pratica di meditazione. Ovviamente si tratta di valutazioni soggettive, ma che trovano sempre più riscontri.
* * *
Quando l’ascolto, l’identificazione consapevole con le assonanze melodiche della tranquillità di spirito e il rilassamento procedono di pari passo subentra, lentamente, un lieve stato di meditazione. Se poi quell’ascolto diventa partecipazione attiva si realizza, in breve, una vera e propria sintonia col ritmo interiore. Dai suoni al silenzio.
* * *
Non è un caso che, di tanto in tanto, suggerisca ancora la lettura di appunti sulla miglior postura da assumere, eventualmente, durante la meditazione. Coloro che si accingono a meditare formulano spesso quesiti simili e la miglior risposta mi sembra approfondire ulteriormente l’argomento. La corretta postura del corpo è essenziale per una buona meditazione.
* * *
Qual è il suono del silenzio? Ascoltalo in meditazione. Può darsi che tu riesca già a percepirlo. È il bisbiglio della coscienza, o se preferisci dell’anima, che traduce senza parole, con il linguaggio della metafora, l’incontrovertibile verità della compassione, dell’amore.
* * *
Una breve meditazione virtuale. Più che altro un diversivo di un paio di minuti appena per riconciliarti con la calma. Le pratiche di meditazione tradizionali ti annoiano? Cerchi un’alternativa alla routine, un nuovo fulcro intorno a cui ruotare? Non esiste. In realtà solo il puro ascolto, ossia la retta attenzione, che poi da luogo all’immaginazione, a cui si alterna – ma in modo del tutto spontaneo – il silenzio, ovvero l’assenza di alcunché, possono aiutarti. Una meditazione per fingere di meditare.
* * *
La meditazione non richiede di tacitare e tranquillizzare la mente sopprimendo i pensieri. Semmai presuppone la capacità di ascoltare in silenzio sia i rumori di fondo del mondo esterno, quindi le proprie reazioni, che le istanze psicologiche più profonde.
* * *
Scegli una bella musica strumentale rilassante. Un vero e proprio massaggio virtuale per la mente. Medita pensando che questi potrebbero essere tuoi ultimi giorni, una delle ultime occasioni per scoprire chi sei veramente, da dove vieni, dove vai, quale sarà la tua destinazione finale. Una meditazione che ti coinvolge con infinita passione. Chiudi gli occhi e ascolta.
* * *
Il mio maestro di meditazione risolse un’ingiustizia con la sola presenza … di spirito. Ma quando le problematiche investono tutta la società, le soluzioni non possono essere soggettive.
* * *
La meditazione non è un rifugio, tuttavia potrebbe esser considerata come un riparo temporaneo dalle intemperie della vita. Gli effetti delle perturbazioni mentali sono attutiti e le reazioni, di conseguenza, più appropriate.
* * *
Qual è la musica che aiuta o favorisce, se non predispone alla meditazione? Quella che scaturisce dal profondo, che ti consente di vibrare, seppur emotivamente, in sintonia con le istanze più universali, e con l’essenza. Ascolta, poi immergiti nel silenzio e pratica la tua meditazione.
* * *
La “vera” meditazione, e persino il termine “vera” è improprio, non è occidentale, né tanto meno orientale. Se un insegnante adopera, ad esempio in ambito scolastico, i simboli delle tradizioni vediche non è, ovviamente, imparziale. Inoltre, i temi riguardanti le cosiddette credenze appartengono solo alla cultura della religione spicciola, alla sua versione divulgativa, exoterica.
* * *
La meditazione, concepita e praticata correttamente, è la religione del futuro. Questo perché la meditazione non presuppone nulla che non sia consapevolezza ed equilibrio. Le religioni attuali spariranno o saranno fagocitate da altre credenze come accadde già nel passato.
* * *
Quando parlo di religione della meditazione non intendo un insieme di regole o dettami teologici, ma l’approccio al proprio sé più intimo, al nucleo della propria coscienza, all’essenza. Dov’è Dio? Al centro dell’anima, nell’unico santuario possibile, quello interiore. Dio è la nostra coscienza più intima, che è libertà.
* * *
Cos’è la meditazione se non rallentare i propri ritmi più compulsivi per concedersi delle pause di sano e ritemprante riposo? Prendere le distanze dall’alienazione del tran-tran quotidiano che impone una spirale d’impegni che si ritorce inevitabilmente su sé stessa. Riappropriarsi della dimensione umana ricominciando a vivere attimo per attimo con maggiore consapevolezza.
* * *
Un esempio di come la meditazione possa essere spiegata meglio con una proposizione negativa. L’insegnamento prende spunto da una circostanza fortuita per esemplificare l’atteggiamento spirituale migliore per cogliere ciò che, in effetti, non può essere nemmeno chiarito: non concentrare la mente sulle cose esterne.
* * *
Banale concetto, verità, rivelazione segreta o koan? Silenzio e meditazione sono spesso correlati. Tant’è che se vuoi entrare agevolmente in meditazione devi riuscire ad ascoltare – per l’esattezza a percepire – il suono del silenzio. Ci riesci? Non arrenderti al primo tentativo, persevera.
* * *
Una delle specificità che si attribuiscono più di frequente alla meditazione è che avvenga nel presente. Ma in effetti questa frase non spiega proprio nulla. Forse sarebbe meglio formulare il concetto diversamente: la meditazione ha la stessa natura del presente.
* * *
Il cammino sulla via della spiritualità e della meditazione è costellato da numerose tappe. Accettarle, superarle? Non si tratta, beninteso, di progressi, bensì di realizzazioni. È indispensabile riconoscerle, diventarne consapevoli. Anche se a volte i termini con cui si esprimono i mistici possono apparire relativamente controversi, l’essenza degli insegnamenti è pressoché universale.
* * *
Hai notato come le preghiere siano – quasi sempre – una dotta formulazione delle realizzazioni interiori raggiunte con la meditazione? Tuttavia, per quanto intelligibili custodiscono sempre un segreto. Quello della consapevolezza che al momento opportuno si fa compassione.
* * *
Certi canti o mantra indiani potrebbero sortire effetti misteriosi sul vostro umore. Potrebbero farvi ammalare … di compassione, benevolenza, amore. Limpidi esempi di come la consapevolezza intrinseca sia ben oltre che semplice cognizione, vada ben al di là degli abituali stati di coscienza per inoltrarsi in paesaggi interiori solitamente sconosciuti.
* * *
L’ascolto della musica di natura interiore, quella che sorge dall’intimo, può beneficiare quanto una vera e propria seduta dedicata, esclusivamente, alla meditazione. Ovviamente devi seguirla, prestarle attenzione, in silenzio, con rispetto, e all’improvviso entrerai in sintonia con un mondo, quello spirituale, ovverosia un modo d’intendere la vita che, altrimenti, non avresti nemmeno immaginato.
* * *
I koan – espedienti che favoriscono la meditazione – sono problemi oscuri e assurdi, inventati e costruiti con cura, appositamente per indurre il discepolo Zen, a rendersi conto, nel modo più drammatico, dei limiti della logica e del ragionamento.
* * *
Meditazione in itinere. Prova ad ascoltare una musica ed esprimere contemporaneamente ciò che provi. Non ti sto chiedendo di meditare in silenzio. Sarebbe impossibile. Per quanto il suono di sottofondo rilassi ti trasmette pur sempre emozioni. L’arte del silenzio – ovverosia l’arte della meditazione – ti trasporta in un attimo da un mondo violento e ipnotico in cui non riesci quasi mai a rimanere consapevole che per brevi periodi in un mondo in cui i valori sono soprattutto quelli della compassione.
* * *
La consapevolezza spirituale è soprattutto autocoscienza. L’autocoscienza puoi “coltivarla”, di tanto in tanto, con la meditazione, intesa come un breve lasso di raccoglimento spontaneo. In seguito, quanto più diverremo coscienti di noi stessi, tanto più saremo sensibili e aperti agli altri. La via della meditazione favorisce la coscienza sociale.
* * *
Per anni e anni mi sono chiesto come mai non riuscissi a meditare dignitosamente. La mia pratica meditativa era sempre superficiale e se tentavo di approfondirla con uno sforzo di volontà ottenevo l’effetto contrario. La meditazione diventava un percorso ad ostacoli. Finché non compresi che dovevo affrontare la questione del rilassamento, della consapevolezza e della meditazione in maniera più complessiva. Riconsiderai, quindi, le mie abitudini alimentari.
* * *
Concediti un’ora di totale relax. Il suono dell’acqua ti aiuterà a rilassarti. Può facilitare il sonno, lo studio o favorire la meditazione. Immagina di essere accanto a un ruscello di montagna. Lascia che il lento fluire dell’acqua gocciolante calmi la mente. Non pensare a nulla. Ascolta il lento deflusso di questa purissima acqua di montagna. Avvertirai un senso di freschezza interiore.
* * *
Diversi anni fa, quando pensavo di trovare nei libri la chiave della comprensione spirituale e della meditazione, mi applicai molto nella lettura. Ogni volta, ogni nuovo testo, mi sembrava d’esser giunto a una qualche conclusione positiva, per poi ricredermi entro breve e ricominciare daccapo. Ciò non toglie che leggere sia utile. Ma quel che ti aiuterà davvero dipende dalla tua sensibilità, dalle tue predisposizioni del momento.
* * *
La meditazione ti aiuta a riconoscere la tua vera natura, che è implicita, inerente. Non è affatto diversa da tutto ciò che sei già, ma ancora non ne sei consapevole. Ce l’hai appesa al collo. Dovunque vada, ti accompagna sempre. Qualunque sia il tuo stato d’animo, ti segue come un’ombra. Per quanto possa cercare d’afferrarla ti sfugge. Come mai? Risolvi questo enigma e sarai in meditazione.
* * *
Un po’ di musica per la meditazione. Prima d’ascoltarla mi chiedevo. È possibile meditare ascoltando, osservando, a occhi aperti, pressoché rapiti dal contesto, in rispettosa, quanto silente contemplazione? È possibile astrarsi, quindi immergersi, ma rimanendo sempre se stessi, senza dimenticare e poi levarsi e correre a perdifiato con l’immaginazione, ma restando sempre qui, ora, presenti al presente? Con la musica, seppur per pochi istanti, soprattutto quando riconcilia e ti dona un breve break, un po’ di sano relax, è possibile.
* * *
Evita di fare un cocktail di tecniche, altrimenti diverrà controproducente. Scegli quella che ti fa star meglio – al massimo due, una indicata al mattino e un’altra adatta per il pomeriggio o la sera – e prosegui fin quando la meditazione, ovverosia la percezione della calma e del silenzio interiori, non saranno un evento spontaneo.
* * *
D. Mi chiedo se la sofferenza che talvolta s’incontra in meditazione sia normale. R. Non c’è una regola precisa, nel senso che il percorso varia da individuo a individuo. Ad ogni modo non è la meditazione a creare difficoltà, ma talvolta aiuta a far emergere i problemi pregressi. Quando dormi, a meno che non fai un brutto sogno, va tutto bene. Ma se minimamente ri-cominci a svegliarti, ecco la realtà in tutta la sua bellezza, così come in tutta la sua irruenza. D. Spero tanto di raggiungere l’armonia interiore. R. L’armonia c’è già, è inerente, non devi raggiungerla, ma bisogna soltanto riuscire a riconoscerla.