Di tanto in tanto ci sembra oltremodo utile richiamare talune delle svariate prospettive in cui può esser concepita, se non adoperata, ossia praticata, la meditazione. Oggi diamo un’occhiata, pardon, una rapida scorsa, al punto di vista della benemerita quanto indimenticabile Mère (La madre), al secolo Mira Alfassa (Parigi 1878, Pondicherry 1973). Di primo acchito i suoi suggerimenti potrebbero sembrare molto semplici, non li anticipo, ma sottolineo che per quanto essenziali sono, di fatto, decisamente utili. In questi brevi appunti Mère accenna sia alla meditazione statica che alla meditazione dinamica.
Mère dalle “Conversazioni del 1930”
«Alcuni immaginano che il segno della vita spirituale sia la capacità di sedersi in un angolo a meditare! Questa è un’idea molto, molto diffusa. Non voglio essere severa, ma la maggior parte delle persone che attribuiscono molto importanza alla loro capacità meditativa, non credo che meditino nemmeno un minuto in un’ora. Quelli che meditano davvero non ne parlano mai; per loro è un fatto del tutto naturale. È molto difficile meditare.
Di meditazioni ce ne sono di tutti i tipi. Potete scegliervi un piano e seguirlo per arrivare ad un dato risultato; questa è una meditazione attiva. Altri si siedono e cercano di concentrarsi su qualcosa senza seguire un piano; di concentrarsi semplicemente in un punto per intensificare il proprio potere di concentrazione. Se riuscite a raccogliere abbastanza le vostre capacità di concentrazione in un punto mentale, vitale o fisico, a un certo momento lo attraversate ed entrate in un’altra coscienza. Altri ancora cercano di scacciare dalla testa tutti i movimenti, le idee, i riflessi, le reazioni, per arrivare a una quiete veramente silenziosa. Questo è estremamente difficile perché è come prendere il toro per le corna. C’è un altro tipo di meditazione. Raccogliete totalmente la coscienza e rimanete il più possibile calmi e tranquilli, distaccati dagli oggetti esterni, come se non vi interessassero affatto, e all’improvviso rianimate la fiamma dell’aspirazione gettandovi dentro tutto quello che capita, così che la fiamma possa levarsi sempre più in alto; identificatevi con essa e avvicinatevi al punto estremo di coscienza e aspirazione, non pensando a niente altro; semplicemente un’aspirazione che cresce, cresce sempre di più, senza mai pensare al risultato, a cosa potrà e specialmente a cosa non potrà accadere, soprattutto senza desiderare che qualcosa avvenga; semplicemente la gioia di un’aspirazione che cresce …»
Mère dalle “Conversazioni del 1956”
«[la meditazione dinamica] ha il potere di trasformare la vostra natura. È una meditazione che vi fa progredire. Una meditazione dinamica è una meditazione di trasformazione. Penso che la cosa più importante sia sapere perché uno medita; è questo che conferisce qualità alla meditazione e a renderla di un genere o di un altro. Potete meditare per aprirvi alla Forza divina, potete meditare per eliminare la coscienza comune, potete meditare per entrare nella profondità del vostro essere, potete meditare per imparare a offrirvi integralmente, potete meditare per ogni sorta di ragioni. Potete meditare per entrare nella pace, nella quiete e nel silenzio; questo è quanto la gente generalmente fa, ma senza troppo successo. Ma potete meditare anche per ricevere la Forza della trasformazione, per scoprire gli aspetti che vanno trasformati; per tracciare una linea di sviluppo. E ancora potete meditare per ragioni molto pratiche: quando avete una difficoltà da risolvere, una soluzione da trovare, quando avete bisogno d’aiuto per una azione o per qualunque ragione; potete meditare anche per questo. Penso che ognuno abbia un suo modo di meditare. Ma se si vuole che la meditazione sia dinamica, si deve avere un’aspirazione al progresso e la meditazione deve essere praticata per servire a realizzare questa aspirazione al progresso.»
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