L’introduzione a una poesia che riguardi il mese di luglio è una vera sciocchezza. In luglio ti ci ritrovi, mica lo scegli. Un’altra estate, ma che sorpresa! Finalmente medito senza tutti quei fronzoli addosso, maglie, ecc., che mi separano dal mondo (in realtà non sono i fronzoli che mi separano dal mondo, ma la mente che è lontana dall’essere …). E mentre la mia pelle reclama, terrorizzata dalle zanzare che imperversano delicate e ordiscono traiettorie alternative per attentare al mio equilibrio olistico e costringermi a rimanere all’erta … Però! Non ci avevo ancora pensato. Se c’è qualcuno che alla fin fine m’introduce davvero alla consapevolezza dell’adesso sono proprio loro, le zanzare. Non v’è nulla di meglio di quella micidiale prurigine che mi costringe a rimanere sveglio. Ma supponiamo, ovviamente, che ciascuno abbia già adottato tutti i possibili accorgimenti per scongiurare l’infelice meeting…
Meditare in luglio
Ho la netta sensazione che meditare durante i mesi estivi sia più semplice.
Il rapporto con la natura è immediato.
La senti più amica e di conseguenza nutri fiducia riuscendo a rilassarti come non mai.
Quando in luglio orti e giardini si concedono – ma è solo apparenza – una pausa,
il tuo mondo interiore rallenta.
Così come le onde di pensiero si placano,
intravedi il background dell’io,
la gioia di essere uno con lo spirito che anima questa infinita porzione di mondo.
… … …
La stagione è così promettente
che perfino le lucertole
sono felici d’esistere.
Le osservo, impassibili e attente
sul bordo del muro di pietra dell’orto
del mio vicino
che pur di emularle
siede, incrocia le gambe e medita
all’ombra del fico del rigoglioso giardino
dell’antico casolare
che fa da cornice all’immemore silenzio
della mente.