E’ la poesia che, in un certo senso, da il titolo all’intera raccolta. Una specie d’antologia in itinere. Quindi nulla di statico o definitivo, bensì un flusso di versi che tentano di destreggiarsi tra necessità di chiarezza ed ermetismo implicito. Ci sono volte in cui i concetti non possono essere spiegati, altre in cui le idee che li sostengono ka-do-no da sé. Momenti in cui il vuoto appare così stracolmo che definirlo silenzio sembrerebbe assurdo. Oltre che artificio per meditare è un esperimento linguistico. Una sorta di trasposizione semantica dell’armonia …
Kado
Kado dalle nuvole grigie
kado in battaglia
kado sul bianco manto
lieve la neve d’inverno
se il vento si muove
sembrano fiocchi
di allegra follia.
Kado su un verdissimo prato
mi bagno di rugiada
nel mare
blu, verde alghe deserto
naufrago sul bieco scoglio
sull’isola del tesoro.
Kado nel banco degli imputati
coloro che hanno commesso
crimini contro
il consesso civile.
Si, perché ho vissuto
privo di condizionamenti
rispettando solo le mie regole
e la libertà degli altri.
Kado-no le foglie
dagli alberi
cadono lente
cadono stanche
libere di posarsi
ovunque ci sia spazio
riparo, accoglienza, conforto.
Kado per le vertigini
ho visto un grande vuoto
kado nel baratro dell’incommensurabile
l’infinito anelito
a dominare il mondo.
Kado nel cielo limpido
vacuità dell’insondabile
giacché non è possibil
conoscer se medesimi
in altro modo.
Kado nella gioia e tuttavia
felice non è esatto
per quello è stato sufficiente
finger di essere
almeno un poco matto.
Kado nell’opulenza
mi tuffo e con coraggio
dal trampolino alto
nell’indigenza, in un bicchiere colmo
oh che bellezza, non annego
si, ma potrei rimetterci
la pelle da funambolo.
Kado tra le sue grinfie
ben più che braccia aperte
ma cade pure lei
nel mio tranello tesogli
cercar l’intimità
in cambio del suo affetto.
Cade pure la pioggia autunnale
è come il sorriso negli occhi
sul volto chiaro e languido
un invito di simpatia.
Kado dal vertice
di un’eccentrica parabola
potrei tornare indietro
o scivolare avanti
ma sempre e solo dentro
non v’è altro
all’infuor
del mio ardimento.
Kado nel vortice
di un ciclopico tornado
spazzo via senza pietà quello che incontro
ma il nucleo suo è silenzio, quiete e calma.
Cerca il tuo centro
lo troverai splendente
ma mai dove pensasti di volerlo.
Kado-no i pensieri
uno per uno o tutti in una volta
come fossero la grandine che sferza
rami fioriti e frutti neanche colti.
Volano via, mi sembrano farfalle
ma lasciano una scia multicolore
di sogni, fantasia e poi d’amore.
Kado nell’estasi
non è poi così tanto comune
ma se cadendo
rallenterai la corsa
sarai come l’impulso che ha creato il destino.
Kado, dalle nuvole bianche
sono meglio i rossi tramonti
e poi le albe.
Kado nel perituro.
Cosa c’è di più divino
di un amore mutevole e imparziale?
Tutto ciò non aggiunge proprio nulla
giacché sarebbe come sommar
un numero finito
all’infinito nulla.