Ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso, e viceversa, affermano i primi versi della “Tavola di smeraldo” attribuita al mitico Ermete Trismegisto. Il dentro ed il fuori sono, più che altro, una convenzione, sostengono diversi maestri spirituali. Infatti all’esterno non fai altro che proiettare i tuoi paradisi o inferni personali, mentre nella società, nei tuoi amici, cerchi conferma delle tue convinzioni pregresse. E’ il samsara, una ruota. Se le imprimi un impulso consapevole e poi ti ritiri qualche attimo per osservarne gli effetti, ti potrebbe capitare d’imbatterti nell’estro per scrivere, in un battibaleno, una poesia come questa:
L’abito liso
E’ proprio vero, amici benpensanti,
l’amore è sesso
e il sesso amore.
Oh voi, che dividete tutto,
il fuoco non distingue, non comprende,
confinato così, senza rimedio
in un anfratto della coscienza immemore
diventa odio, primitivo e sciatto.
E’ proprio vero, diletti sconosciuti, gente di mondo,
non vorreste mica farmi credere
che in fondo in fondo ci sia
qualcosa di meglio che contar quattrini?
L’avidità è un dono, si, ma attenti
non tralasciate nulla,
nemmeno il vostro destino.
E’ proprio vero, eletti o venerabili, anime pie, poveri santi,
tutto ciò che è terreno ha già uno scopo
e voi, in realtà, l’avete sempre saputo
tant’é che, dismesso l’abito liso e antico
vi coprite di riso
e mai di vieto pianto.
Oh voi, meschini
che guardate “d’in su la vetta”
dall’alto in basso il mondo,
non vedete che la vostra cima
è una duna di polvere e sabbia?
Se la conferma è triste, mi dispiace,
ma siete un nulla che si crede tutto.
Fuori dal tempo
la polvere di stelle si dissolve,
ma ne rimane l’essenza
che è amore, vita per vita, pace e armonia, coscienza.