Proseguiamo con l’esaminare alcuni tra gli aspetti più salienti e interessanti della meditazione. Da questa pagina potrete consultare una serie di articoli sulla meditazione via via sempre più peculiari ed esclusivi.
Appunti sulla meditazione
In molti, in tanti, non sanno o non credono nella possibilità di conseguire in un modo permanente e relativamente semplice uno stato di coscienza meditativo. Una condizione della mente più evoluta rispetto a quella ordinaria, consueta.
Sembrerebbe quasi assurdo ed invece il fine che si persegue consiste in una trasformazione ragionevole, reale. Ma che cosa accade veramente? E’ meglio puntualizzare che ora non siamo più in ambito scientifico, bensì soggettivo.
Si tratta, fondamentalmente, di un processo di apprendimento individuale, del risultato indiretto di un allenamento che solo all’inizio ha regole esatte. L’obbiettivo da realizzare può essere indicato, descritto con qualche metafora, ma non precisato. Le tecniche di meditazione sono metodi per superare l’identificazione con la mente.
Gli eventi relativi alla ricerca della Via più idonea da percorrere per conquistare o conseguire la “conoscenza” saranno interpretati da ciascuno secondo le proprie opinioni pregresse, le convinzioni personali. Si attribuiranno al Dio della propria religione, o anche a qualsivoglia ipotetica certezza soggettiva, successi ed insuccessi, le circostanze più strane: stati d’animo alterni, silenzio, gioia, pace, serenità, reciproci a sconforto, disillusione e tristezza. Taluni affermeranno che la divinità e la sacralità non esistono. Tal’altri sosterranno le teorie più inverosimili.
A noi tutto ciò non interessa. L’universo che intendiamo esplorare è, in senso lato, il mistero medesimo. Attribuirgli un nome sarebbe un mero esercizio teologico. Ahimè, sono già in troppi a credere o avere la pretesa di sapere come dovrebbe diventare la nostra vita, la famiglia, a presumere o sostenere di essere i depositari privilegiati di una qualche assurda e incoerente, se non ridicola pseudo verità.
Noi non siamo propensi a nessuna teoria particolare. Siamo disposti a riconoscere gli eventuali errori e, se necessario, a cambiare idea. Ciò accade perché non ci riteniamo i depositari di verità incontrovertibili, assolute. Tranne, ovviamente, l’amore e la compassione per tutti gli esseri viventi. I quali amore e compassione, si badi bene, non dovrebbero essere una scelta, bensì il risultato di una comprensione che travalica i limiti di questa ammirevole e straordinaria – o comunissima e banale? – avventurosa indagine. La ricerca della nostra natura essenziale, del “volto originale”, la sola cosa di cui potevamo disporre prima ancora di nascere e l’unico tesoro che riusciremo a condurre con noi dopo l’ennesima e temporanea – o definitiva? – inevitabile dipartita.