«Dai diamanti non può nascere niente … dal letame può nascere un fiore. (Fabrizio De Andrè. Sulla via del Campo)»
Questa frase mi è rimasta impressa da sempre. Che significa? I diamanti sono già, di per sè, perfetti. La natura ha impiegato un’eternità per crearli. Puoi utilizzarli, trasformarli, persino contemplarli. La nostra mente, in particolar modo durante la meditazione, dovrebbe divenire così limpida da sembrare un diamante. E questo è il punto. Chi è che medita? L’uomo nasce, metaforicamente, dall’argilla, ossia dal fango per procedere verso la purezza, il fior fiore della consapevolezza, l’essenza. Ma cos’è, in realtà, la purezza? E’ amore! Quindi, di fatto, Fabrizio De Andrè parlava dell’amore, per la vita, per i suoi innumerevoli risvolti e, in particolare, per la povera gente, gli emarginati, i dimenticati, i disoccupati, che sono più attuali e numerosi che mai. Quando la mente, che dapprincipio nasce dal fango, diviene pura e amorevole, si trasmuta in un diamante, un essere già compiuto che osserva soltanto (medita), ma non interagisce più.
Quindi, medita sulla purezza e immagina che la limpidezza si espanda dalla tua mente, calma e silenziosa, al mondo intero fino a renderlo prima opalino, poi trasparente. Se hai un disturbo fisico immagina che l’organo o la zona coinvolta siano leggeri e trasparenti. Non chiuderti, lasciati trafiggere dai raggi del sole cosmico. Per inciso, se hai qualche tensione non insistere e cammina. Ora che sei trasparente immagina che la luce t’inondi e vivifichi, vivacizzi il tuo essere.
Lo ribadisco. Qualora ti ritrovassi, per puro caso, relativamente indisposto e la tua sofferenza fosse localizzata in un’area specifica, salvo ricorrere comunque alle cure mediche più opportune, senza quindi peccare di presunzione e in virtù di uno spirito soprattutto consapevole, immagina che la zona affetta da un’eventuale tensione o malessere sia altrettanto leggera e trasparente, quindi luminosa. Non attenderti riscontri immediati. Anche se ora ti sembra assurdo, con il tempo comprenderai l’incredibile potere dell’immaginazione.