Le modalità di approccio alla meditazione – quelle iniziali durante cui ci si accinge a meditare – sono diverse secondo gli autori – alias maestri di vita – ossia coloro che, in un certo qual modo, favoriscono l’emancipazione; il che avviene, com’è ovvio, conformemente ai loro stili, nonché in virtù delle svariate confessioni religiose o meno che si avvicendano e alternano nel variegato panorama della spiritualità contemporanea. Nella mindfulness, così come promossa da Jon Kabat-Zinn, le pratiche meditative di concentrazione (samatha) e quelle di vipassana (vedere le cose in profondità, come realmente sono) vengono studiate assieme. …
«La pratica della mindfulness richiede un grado significativo di “concentrazione” ma non è limitata allo sviluppo della concentrazione. Concentrazione qui si riferisce alla capacità della mente di prestare attenzione a un singolo oggetto di osservazione e di sostenerla per un lungo periodo di tempo.
In differenti scuole di buddhismo le pratiche meditative di concentrazione (chiamate pratiche di samatha, lett. “calma”, “quiete”, “quiescenza” – ndr) talvolta sono introdotte ed esercitate a lungo per preparare una solida base al successivo addestramento della mindfulness (le pratiche di vipassana – ndr); mentre in altre scuole la concentrazione e la mindfulness sono coltivate insieme. (Quest’ultimo è l’approccio adottato nel contesto del protocollo mindfulness-based – ndr), in parte perché la flessibilità dell’attenzione che è caratteristica della mindfulness si presta alle esigenze immediate di persone che vivono le vite altamente complesse di una società secolare invece che in quella monastica in cui le condizioni sono accuratamente sotto controllo. E in parte perché il programma di apprendimento [il protocollo mindfulness-based] può essere reso più interessante e più accessibile a un vasto numero di persone nella società in generale se la “dimensione di saggezza” (wisdom dimension – ndr) propria della mindfulness – cioè la capacità cioè di discernere [di comprendere intuitivamente] differenze in modo non-giudicante e di vedere le relazioni tra oggetti di osservazione in un campo di attività in rapido cambiamento; e, più tradizionalmente, la coltivazione dell’insight nella natura della sofferenza – nell’impermanenza di tutti i fenomeni, e nella questione di cosa significhi essere un “sé” e un “sé in relazione” – è inclusa sin dall’inizio della loro esposizione al training di meditazione.»
(Jon Kabat-Zinn, da un testo del 1966 scritto per fare il punto sui precedenti due decenni di esperienza con il protocollo MBSR – Mindfuness-Based Stress Reduction Program – da lui elaborato a partire dal 1979)
– Jon Kabat-Zinn (amazon)
– Jon Kabat-Zinn (macrolibrarsi)
– Jon Kabat-Zinn – Wikipedia
– Mindfulness – Wikipedia