L’approccio alla spiritualità del grande gesuita indiano Antony De Mello fu sempre molto concreto. Il testo da cui sono tratte queste brevi note (la descrizione di una tecnica di meditazione simile alla Vipassana), nonostante sia stato dato alle stampe solo tra gli ultimi, fu il primo in ordine cronologico. L’eredità spirituale di Antony De Mello è stata, soprattutto, la sollecitazione ad entrare in contatto con Dio attraverso la piena consapevolezza di sé. Una bella sintesi!
Spostamento di attenzione – Impulso allo spostamento – Concentrazione e amore di Dio e del prossimo.
«Questo è un esercizio di pura consapevolezza.
Scegli qualcosa come oggetto base dell’attenzione: suggerisco di scegliere o le sensazioni in una parte del corpo, oppure il respiro, oppure i suoni attorno a te.
Focalizza la tua attenzione su questo oggetto, ma in tal maniera che, se la tua attenzione si sposta su qualcos’altro, immediatamente ti accorgi dello spostamento.
Supponiamo che tu abbia scelto per oggetto base della tua attenzione la tua respirazione. Bene, allora concentrati nel tuo respiro. E’ molto probabile che dopo un po’ la tua attenzione si sposterà su qualcos’altro – un pensiero, un suono, un sentimento… Ora, purché tu sia consapevole di questo spostamento di attenzione su qualcos’altro, esso non deve essere considerato come distrazione.
Soltanto devi essere consapevole del cambiamento, o mentre esso sta avvenendo o immediatamente dopo. Calcolalo come distrazione soltanto se te ne accorgi parecchio dopo che è capitato.
Il tuo esercizio procederà più o meno così:
Sto respirando, respirando, ora sto pensando, pensando, pensando, indietro, respirando… Ora sto ascoltando un suono, ascoltando, ascoltando, indietro, respirando… Ora sono irritato, irritato, indietro, respirando… Ora mi sento annoiato, annoiato, annoiato, indietro, respirando, respirando.
In questo esercizio la divagazione della mente non è considerata una distrazione, purché tu sia consapevole che la tua mente sta divagando…
Appena consapevole del cambiamento, rimani sul nuovo oggetto (pensare, udire, sentire) per un po’ di tempo; poi ritorna all’oggetto base della tua attenzione (respirare).
La tua abilità nell’autocontrollo può divenire così grande che non solo ti rendi consapevole dello spostamento della tua attenzione su qualche altro oggetto, ma addirittura dell’impulso e desiderio dello spostamento. Come quando desideri muovere una mano, inizialmente sei conscio del desiderio che sorge in te di muovere la mano, del tuo consenso a questo desiderio, dell’attuazione di questo desiderio, del primissimo movimento della tua mano, eccetera.
Tutte queste attività vengono eseguite in una frazione di secondo ed è per questo che troviamo impossibile distinguerle l’una dall’altra, finché il silenzio e la quiete dentro di noi sono diventati quasi totali e la nostra consapevolezza ha acquisito la sottigliezza di una lama di rasoio.
[…]
La consapevolezza è un potente mezzo per aumentare l’amore di Dio e del prossimo. La consapevolezza intensifica l’amore. L’amore, quando è genuino, nutre una più profonda consapevolezza.
Non andate alla ricerca di mezzi astrusi per sviluppare la vostra consapevolezza. Cominciate da cose umili, come la consapevolezza della percezione del vostro corpo, o quella delle cose che vi circondano e poi dedicatevi ad esercizi come quelli che vi ho suggerito fin qui. Non passerà molto tempo prima che constatiate i frutti di pacificazione e amore che una intensificata autoconsapevolezza porta con sé.»