Essere presenti a se stessi e, di conseguenza, a tutto ciò che in quel determinato momento accade, ovverosia a ciò che si sta facendo è uno dei capisaldi della pratica meditativa di matrice zen. Siffatto approccio non ha veri e propri oggetti di culto – tranne, naturalmente, il debito rispetto alle variegate espressioni della disciplina medesima – né, tantomeno, particolari mete da raggiungere. Semmai l’unico vero obiettivo, il solo traguardo, è proprio l’attimo, il momento, l’istante in cui non si realizza nulla di speciale… Saremo mai capaci di concentrarci così strenuamente per realizzare nient’altro di ciò che c’è già? … ed è meditazione, spiega nei seguenti stralci l’emerito maestro Shunryu Suzuki-Roshi …
«Nella nostra pratica non abbiamo alcuna finalità o meta particolare, e nemmeno uno speciale oggetto di culto. Da questo punto di vista la nostra pratica differisce un po’ dalle comuni pratiche religiose. Joshu, un grande maestro zen cinese, diceva: “Un Buddha di argilla non può attraversare l’acqua; un Buddha di bronzo non può attraversare una fornace; un Buddha di legno non può attraversare il fuoco”. Comunque sia, se la vostra pratica è diretta verso un oggetto particolare, quale un Buddha di argilla di bronzo o di legno, non sarà sempre efficace. Finché conserverete quindi una meta particolare nella vostra pratica, non avrete un aiuto completo da essa. Può esservi d’aiuto finché vi dirigete verso quella meta particolare, ma, una volta tornati alla vita di tutti i giorni, non sarà più efficace.
Potreste credere che, se manca ogni finalità o meta nella pratica, non si saprà più che cosa fare. Ma una via c’è. La via di praticare senza avere alcuna meta consiste nel limitare la propria attività, ossia concentrarsi su ciò che si sta facendo nel momento presente. Invece di avere in mente un oggetto particolare, dovete limitare la vostra attività. Se la mente se ne va in giro altrove, non avete alcuna possibilità di esprimervi. Ma se limitate la vostra attività a ciò che potete fare proprio e solo adesso, nel momento presente, allora sì che potete esprimere pienamente la vostra vera natura, cioè la universale natura di Buddha. Ecco la nostra via.
Quando facciamo zazen (meditazione seduta), limitiamo al massimo la nostra attività. Mantenere la giusta posizione e concentrarsi sullo stare seduti, nulla più: ecco come noi esprimiamo la natura universale. Allora diventiamo Buddha, e esprimiamo la natura universale. Allora diventiamo Buddha, esprimiamo la natura di Buddha. Perciò, invece di avere un oggetto di culto, ci concentriamo semplicemente sull’attività che svolgiamo in qualsiasi momento. Quando vi inchinate, dovete inchinarvi e basta; quando sedete, dovete sedere e basta; quando mangiate, dovete mangiare e basta. Semplicemente. Se fate così, la natura universale è lì, con voi.»
(Da: Shunryu Suzuki-roshi – Mente zen, mente di principiante)
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Interessante via di meditazione: Zen?
Si, Shunryu Suzuki-Roshi (1904-1971) fu un noto maestro Zen. Tuttavia la concentrazione su ciò che si sta facendo, ossia la presenza di spirito, è una pratica comune a molte tradizioni spirituali che insegnano la meditazione … Grazie.
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