Poesie? Versi di qua, versi di là che si dipanano, poi s’ingarbugliano o affrescano, provano a lasciarti di stucco, senza pensieri, senza parole. Cimenti? Più che altro banali palliativi per chi non ha nessuna intenzione di tacere.
Giacché l’ora
Il giorno? Eccolo è qui, lo vedi è già presente.
Eureka, è vivo!
Sia che si chiami alba
o si riveli aurora
o chiara-mente
è ancora quella forza indomita
che ti solleva per scagliarti ovunque
in quel crepuscolo, ma di luce eterica
che ti segue sempre.
Ebbene, il giorno è sorto,
ma tu, povero illuso
che pur di perdurar
seguiti a credere
all’insulsa pantomima del potere
– di ogni genere di condizionamento ideologico –
che pur di defraudarti
ti elargisce un tozzo – di verità –,
trema, giacché l’ora
di chi quieto s’accoda e poi s’adatta
è terminata.