Ieri mi sono reso conto che da quando mi diletto ad argomentare sulla meditazione e, in senso più generale, sulla spiritualità, ho sempre evitato di affrontare temi di natura prettamente fideistica. I nostri abiti mentali sono spesso fatti di neve. Ai primi raggi del sole “consapevolezza” ci ritroviamo senza la benché minima protezione. Esposti, dunque, alle avvisaglie emotive delle più disparate suggestioni spirituali; ma si tratta, per fortuna, di semplici frammenti di verità. Alcuni di questi potremmo rappresentarli con gli angeli. Esistono, non esistono? Non lo so, è una domanda senza senso perché non può avere riscontri oggettivi. Molto più reale è, invece, la compassione che si trasforma comunque in elementi concreti assumendo, per l’appunto, le fattezze di uno splendido cherubino.
Angelo
Angelo,
tu che la tempra non sai cos’è che sia,
tu che il coraggio lo infondi all’apparire,
tu che d’amore vivi giacché sei proprio quello,
tu che non temi nulla se non lo spettro nero
di quella mente folle che ambisce solo al buio…
Oh tu che sei innanzitutto luce
e ovunque ti avvicini ne riversi a iosa,
posa il tuo sguardo santo sull’umile che prega…
Tu che silente come il più splendido dei fiori
che dà senza motivo il suo profumo a tutti,
ma soprattutto a chi si degni di riceverlo,
dammi la forza d’affrontar gli ostacoli
che si frappongono su questo mio cammino…