La meditazione, la progressiva contiguità con l’essenza, ti suscita apprensione? Oppure, il crescente – seppur graduale – risveglio dell’energia intrinseca ti crea qualche tensione?
Stavo leggendo un aforisma che ho riportato su una foto: “La meditazione non ha un significato che porta a un fine. È sia significato che fine. (Jiddu Krishnamurti)”. Quindi, se pratichi troppo seriamente, se non alterni la meditazione seduta a quella camminata, e così via, è ovvio che l’eccessiva concentrazione provochi qualche problema. In tal caso ti suggerisco di lasciar perdere la meditazione così come l’hai intesa sinora. Perfino il solo essere, la contemplazione dell’alba o di uno splendido paesaggio, tutto ciò che ti riconduce a te stesso spontaneamente è anch’esso meditazione. Siedi sulle rive di un lago, su una spiaggia, su di una panchina lungo una qualunque via affollata, in mezzo al traffico, quindi ammira il contesto e se ti senti indifferente rimani indifferente … Anche e soprattutto questo è meditazione. Poi, nel corso del tempo, il rilassamento interiore si farà strada e vedrai ciò che non si può descrivere, ossia che tutto va già bene così com’è e che entrambi, io che scrivo e tu che leggi stavamo solo scherzando.