Anche se lo definisci per “ciò che non è” non può non essere che razionale. Non ci sono misteri. Mi dispiace, ma solo i profittatori propinano deliberatamente e scientemente misteri.
Esiste, dunque, ciò che non conosciamo, o che ci sembra inesplicabile perché, per sua stessa natura, non può essere decifrato secondo i criteri di cui disponiamo. Ad esempio, come si fa a dire che l’amore è misterioso? Non v’è nulla di più limpido. A meno che … non vogliamo proprio vedere!
Quindi, l’amore, ben lungi dall’essere misterioso, è semplicemente inconcepibile! Che si può dire dinanzi una splendida rosa? Nulla, essa può essere solo amata. Le sue qualità complessive sono talmente preponderanti rispetto alla somma delle singole caratteristiche degli elementi che la compongono da non permetterci di formulare alcuna opinione analitica. E il solo pensiero che ci sovviene è un’amorevole sintesi. Tuttavia, per quanto inconcepibile, l’amore può essere esperito.
Anche l’oceano – come metafora della vita – è pressoché inconcepibile. Se pensassimo che l’oceano sia l’ammontare esatto delle sue onde, saremmo proprio in errore. Quanto più accresce, quanto più eccede, tanto più i suoi abissi sembreranno insondabili. Ciò nondimeno, se sei abbastanza calmo, riuscirai a intravederne l’intimità del fondo allo stesso modo d’ogni superba, mirabile cresta. L’oceano è movimento, dinamismo continuo. Stasi e fissità non gli appartengono affatto. Sennonché, per quanto inconcepibile, l’oceano – della vita – può essere esperito.
Non ho propensioni filosofiche, semmai le confuto. Ci sono abitudini, acquisite nel tempo, difficili da superare. Una di queste è la tendenza a etichettare sempre e, quindi, contrapporre opinioni o valutazioni discordanti fino a tramutarle in elementi di giudizio. L’esistenza ha delle leggi implicite che sono appannaggio di chiunque le ricerchi. Cambierà il modo di esprimerle, ma sono il segno di un auto-disegno intelligente che si sviluppa in itinere. Per quanto mi riguarda penso che la creazione non sia affatto conclusa.
Va bene, ma logica e spiritualità sono contrapposte? Chiariamo. Mi sembra di percepire una netta armonia di fondo. Prendi una foglia, esaminala al microscopio, ammirala, contemplala. La realtà è incommensurabile. L’apparenza macroscopica sottende sempre una pluralità illimitata.
Secondo voi, logica e spiritualità sono contrapposte? O non si tratta, invece, di fenomeni che, nel migliore dei casi, ci appaiono complementari o convergenti, ma che in effetti sono solo diverse espressioni di un’unica, poliedrica figurazione? Ebbene, ho l’impressione che l’incipit sia sempre logico, ma poi si sviluppi da sé assumendo le innumerevoli fantasmagoriche forme cui possiamo assistere, meravigliarci. Per questo dico che l’esistenza si autocrea in continuazione.
Ritorniamo, infine, ai nostri interessi precipui. L’incontro con i cieli interiori che avviene in meditazione ricrea l’individuo, lo rigenera, lo sospinge a esplorare ancora, nella consapevolezza di come amorevolezza, felicità e creatività siano, inevitabilmente connesse. Dal contingente all’universale. Che ci piaccia o meno, persino Dio stesso cresce. Al di là di tutto, per quanto inconcepibile, anche la meditazione può essere esperita.