La vita è un itinerario, una lunga via, da percorrere più o meno agevolmente. Nostro malgrado giungeremo alla fine.
Alla conclusione del viaggio incontreremo inevitabilmente noi stessi. Sennonché, in quel frangente, cosa avrà mai più valore? I beni fisici? Polvere! La cultura? Nebbia! Gli affetti? Fumo, forse dolce, ma pur sempre fumo!
L’unico “bene” certo, qualche attimo prima di cambiare il nostro caro e amato vecchio abito liso, sarà il “vero volto”, l’originale che qualche anno addietro ci consentì di nascere umani.
Al di là delle possibili e ipotetiche forme espressive noi non sappiamo che cosa sia in realtà il “volto originale”. In questo caso sapere prima di conoscere non solo non servirebbe concretamente a niente, ma potrebbe essere persino deleterio e fuorviante.
Cos’è, dunque, la meditazione? Potremmo dire: è l’arte dell’incontro con il nostro vero volto, con noi stessi. Un appuntamento non più casuale e nolente, bensì consapevole. Affinché ciò accada, e per rendere attuali e quasi immediati i benefici dell’eterico convegno, è necessario o pressoché indispensabile praticare una tecnica meditativa.
Ora vi spieghiamo succintamente, ma di più non gioverebbe, un metodo universalmente diffuso e conosciuto: l’attenzione sulla respirazione o consapevolezza del proprio respiro. Il come e perché esso funzioni è secondario e speculativo. Conoscerne il meccanismo potrebbe in certi casi persino inficiarne la validità, in quanto ne influenzerebbe la pratica. Infatti la mente tenderebbe spontaneamente ad anticiparne gli esiti. Così come prefigurarne le difficoltà le incentiverebbe maldestramente.
Preliminari e posizioni per la meditazione
Scegli un posto tranquillo. Indossa un abito ampio, comodo. Siedi seguendo il buon senso, senza sforzarti in nulla, secondo principi anatomici corretti. Prova con uno sgabello, senza incrociare le gambe. Cerca, comunque, di stare con la schiena ben dritta e senza appoggio.
Oppure siedi su un cuscino consistente, in alternativa un tappeto o una coperta ripiegati. Sarebbe preferibile una panchetta idonea. A stomaco vuoto. Le gambe incrociate, secondo la posizione classica del loto (Padmasana) o semplice (Sukhasana). Bilanciati bene senza pendere né a destra né a sinistra, né avanti né indietro. Mantieni la schiena ben dritta, in posizione verticale e in modo che non presenti altre curve oltre quelle fisiologiche, collo e testa eretti. Appoggia le mani sulle ginocchia. Non importa se dalla parte del dorso o del palmo.
Rimani nella posizione adottata quanto è possibile. Sciogli la posizione, cammina qualche minuto ed eventualmente ripeti.
Disposizione mentale per la meditazione
La propensione, lo stato d’animo con cui intraprendere la tecnica è di apertura alla vita e al respiro, istante per istante, ricettività e umiltà. Per l’esattezza, la disposizione mentale con cui ci si accinge a meditare, ossia la congerie di aspettative che si nutrono apriori, cioè prim’ancora di applicarsi agli esercizi di meditazione suggeriti o prescelti, è fondamentale. Ahimè, dapprincipio si scorge solo ciò che ci sia attende, ma se si persevera – per un congruo lasso di tempo, un periodo che varia da soggetto a soggetto – pur sempre comunque ragionevole – la meditazione restituirà i frutti dell’impegno profuso, se non della pazienza impiegata, ricompensando chiunque.
La tecnica di meditazione suggerita
Il fulcro della meditazione è l’attenzione. Dopo esserti ritirato, pertanto, in un luogo appartato non esercitare alcuna incombenza. Assumi la tua posizione. Rammenta che dev’essere stabile e confortevole. Segui il naturale flusso del respiro attentamente e continuamente senza condizionarlo in modo alcuno per un periodo di tempo che con la pratica diverrà via via più lungo. Nonostante le possibili fluttuazioni del ritmo respiratorio, l’attenzione non dovrà restare indietro, né anticipare l’evento.
Ulteriori precisazioni
Una delle origini di questa tecnica di meditazione è il “Discorso n° 10” sull’applicazione dell’attenzione pronunciato dallo stesso Buddha Gautama Siddharta.
Un articolo in cui ci soffermiamo, in particolare, sulla tecnica di meditazione Anapanasati (l’attenzione sulla respirazione) è il seguente …»
Due brevi e sintetiche prime definizioni introduttive di “meditazione” e “stato meditativo” sono presenti nelle f.a.q. …»
Tra le risorse troverete, altresì, utili ed esaurienti appunti:
- sulla pratica della meditazione;
- su come meditare;
- nonché una descrizione approfondita dell’esercizio anapana-sati, ovvero l’attenzione sulla respirazione.
Durante il corso della pratica meditativa potrebbero nascere dei dubbi. Il nostro insegnante virtuale è sempre presente, ma non può interagire direttamente se non prendendo in considerazione i vostri eventuali suggerimenti. Tuttavia se avete delle domande pertinenti di carattere generale potreste provare a inoltrare un quesito.
Sarà bene, comunque, precisare che noi non condividiamo alcun tipo di settarismo. Le nostre uniche raccomandazioni sono le seguenti:
Ulteriori approfondimenti, sia della tecnica di meditazione qui descritta, che di altre, anche nelle pagine successive. Se sei interessato ad approfondire ulteriori aspetti della ricerca spirituale visita la directory dedicata alla guarigione spirituale.
Epilogo
Ora non pensarci più, smetti di tergiversare, principia subito la tua meditazione. Ovunque tu sia, dinanzi il pc, al cospetto di un umile smartphone, nella solitudine del tuo angolo di raccoglimento prediletto, in una landa isolata, sulla panchina di un giardino pubblico, intraprendi il tuo modesto ritiro virtuale e fa che la meditazione sia il tuo nuovo stupendo rifugio, l’interfaccia tra ciò che credi di essere, la nuova personalità che ti accingi a interpretare e ciò che sei davvero non appena la tua energia riuscirà, in ogni modo, invero a esprimersi.