Migliorare la propria mente? Si, è possibile, ma ci sono dei presupposti da osservare o – perlomeno – cui uniformarsi. Quali sarebbero? Innanzitutto è doveroso rammentare che la cosiddetta mente – tutto ciò che definiamo in tal guisa – siamo, in ultima analisi, noi stessi. Ebbene, l’intreccio dei nostri rapporti non può prescindere mai dalla consapevolezza di reciprocità e interdipendenza. In secondo luogo è indispensabile ricondurre la propria mente alla calma. Infine, il nostro intelletto, se non ciò che in genere indichiamo con animo, dev’essere concentrato. Senza tali premesse qualunque decisione si potrebbe rivelare controproducente …
«Per migliorare la qualità delle decisioni di loro competenza, i leader devono migliorare la propria mente.
Si tratta di un concetto centrale del buddismo. Ogni uomo e ogni donna possono decidere di migliorare la propria mente: così facendo, essi condurranno un’esistenza più felice per sé e per gli altri.
La mente può essere migliorata pensando e agendo nel modo giusto.
Non è infatti possibile agire nel modo giusto se non si pensa nel modo giusto.
Pensare nel modo giusto significa riflettere sempre prima di agire, così da avere la certezza che l’azione si fondi sulla giusta intenzione e possegga la giusta motivazione.
La giusta intenzione implica che l’azione sia di beneficio per il soggetto e per tutti coloro che saranno toccati dalle sue conseguenze; si tratta insomma di prendere in considerazione il proprio benessere e quello degli altri.
Ciò è vero sia per gli individui sia per le organizzazioni.
L’avere la giusta intenzione costituisce la prima parte del concetto buddista di giusta visione.
La seconda parte consiste nel riconoscimento di tre aspetti della realtà:
1) non esiste nulla di permanente, ma tutto cambia;
2) non esiste nulla di indipendente;
3) non esiste nulla che sia privo di causa.
Si potrà pensare che tutto ciò sia piuttosto ovvio ma, quando si tratta di prendere decisioni, le persone sono inclini a dimenticarsene.
Tendiamo a pensarci separati e indipendenti dagli altri.
Anche le organizzazioni si considerano spesso indipendenti dalle altre organizzazioni.
Si tratta di una visione sbagliata.
Dipendiamo da altri per la casa, il cibo, l’educazione e il lavoro; le organizzazioni dipendono dai dipendenti, dai clienti, dai fornitori e dalle banche.
Riconoscere questa dipendenza in ogni nostro pensiero è uno degli aspetti fondamentali del buddismo: si comincia con il tutto, vedendo se stessi e la propria organizzazione come parte di un insieme più ampio, cosa che viene definita «consapevolezza dell’interdipendenza», un’interdipendenza che è particolarmente forte fra le politiche di governo e quelle del mondo degli affari.
Tutto ciò somiglia alla dinamica dei sistemi messa a punto da Jay Forrester e da Marvin Minsky del MIT e del Santa Fe Institute in New Mexico.
Pensare nel modo giusto dipende dal possesso di una mente calma, raccolta e concentrata.
Se la tua mente subisce gli effetti della rabbia, della gelosia, della paura o di una scarsa autostima, diventerai distratto e inefficace.
Devi sviluppare la qualità dell’attenzione.
Attenzione significa riconoscere le situazioni in cui un’emozione negativa comincia a influenzare la tua mente.
Devi inoltre imparare a bloccare le emozioni negative grazie al controllo della mente.
Devi ottenere e mantenere il controllo del processo mentale affinché le tue decisioni riflettano la giusta visione.»
(Da: “La via del comando. Leadership, buddismo e felicità” Dalai Lama con Laurens van den Muyzenberg)
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– Il Dalai Lama (macrolibrarsi)
– Dalai Lama – Wikipedia
– Frasi celebri del Dalai Lama