Alcune profonde considerazioni di Nisargadatta Maharaj… Chi sono io, ciò che osservo e contestualmente elaboro o la fonte delle mie medesime interpretazioni? Io sono in quanto m’identifico in questo e quello o pura – imprescindibile – luce di amore e consapevolezza? Anche se il mio senso d’identità è comunque implicito, la mera – e inconscia – identificazione è – in effetti – il vero sogno da cui liberarsi. La fonte della realtà sei sempre tu.
«La persona è solo il risultato di un equivoco; in realtà non esiste. Sentimenti, pensieri e azioni corrono davanti all’osservatore in successione senza fine, lasciando delle tracce nel cervello e creando l’illusione di continuità. In realtà non c’è nessuna persona, c’è solo l’osservatore che si identifica con l’”io” e il “mio”. Il maestro dice all’osservatore: tu non sei questo, non c’è nulla di tuo in ciò, tranne l’”io sono”: il puntolino che fa da ponte tra l’osservatore e il suo sogno. “Io sono questo”, “io sono quello” è sogno, mentre l’”io sono”, puro e semplice ha impresso su di se il marchio della realtà (…).
Domanda: Se vengo eliminato cosa rimane?
Risposta: Nulla e tutto. Rimarrà il senso dell’identità, ma non più l’identificazione con un corpo particolare. L’essere-consapevolezza-amore splenderanno come un’unica luce. La liberazione non è mai della persona, è dalla persona.
Domanda: E non resta traccia della persona?
Risposta: Solo un vago ricordo, come quella di un sogno o del primissimo tempo d’infanzia. Dopotutto che c’è da ricordare? Un flusso di eventi perlopiù accidentali e insignificanti. Una sequela di desideri, paure e immani sbagli. C’è qualcosa che valga la pena di ricordare? La persona è un guscio che t’imprigiona.
Domanda: A chi chiedi di rompere il guscio? Chi deve romperlo?
Risposta: Spezza i legami della memoria e dell’auto-identificazione e il guscio si disferà da sé. C’è un centro che dà realtà a tutto ciò che percepisce. Basta comprendere che tu sei la fonte della realtà, che la dai, invece di prenderla, e che non ti serve nessun appoggio, nessuna conferma. Le cose sono come sono, perché tu le accetti come sono. Se smetti di accettarle, si dissolveranno. Qualsiasi cosa alla quale pensi con desiderio e con paura, ti si para dinnanzi come reale. Osservala senza sentimento e perderà consistenza. Il piacere e il dolore sono momentanei. E’ più facile ignorarli che agire in base ad essi.
Domanda: Ma perché è sorta la coscienza del corpo?
Risposta: Non chiedere “perché”, chiedi “come”. E’ nella natura dell’immaginazione identificarsi con ciò che crea. Puoi arrestarla in qualsiasi momento staccando l’attenzione, o impiegandola per cercare.»
[ Da: Nisargadatta Maharaj, “Io sono Quello” ]
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– Nisargadatta Maharaj (macrolibrarsi)
– Nisargadatta Maharaj – Wikipedia