Cenni introduttivi, una breve riflessione – il primo articolo pubblicato in meditare.it – che risale al 2001.
In un lontano passato alcuni uomini scoprirono, concepirono o incontrarono la meditazione. Alla loro morte, ma anche prima quando quegli uomini vissero piuttosto a lungo, furono proclamati “maestri spirituali, insegnanti di vita”. E naturalmente non mancarono i seguaci, coloro che ne condivisero le idee. Tali discenti o discepoli infine si organizzarono … ma è un’altra storia, certamente non la nostra.
Quel che ci interessa è solo la meditazione, cioè l’atto del meditare. Riserveremo ampio spazio allo studio degli insegnamenti originali.
La meditazione non è un’azione … non è filosofia … e nemmeno ideologia. Si tratta di una possibilità, un’eventualità. Certamente, non così importante da richiedere chiarimenti o precisazioni eccessive. Se preferite è il risultato indiretto di taluni esercizi psicofisici. Siffatti esercizi, le tecniche per meditare, di per se stessi non sono nulla, non hanno alcun valore. Il loro scopo consiste nel creare le condizioni per favorire lo stato meditativo.
L”unica coerenza che posso garantirvi è la seguente: benvenuti, sono un blogger del sito – il primo, ma solo in ordine di tempo – e riporto gli insegnamenti del maestro del mio maestro di meditazione. Mi sembra chiaro …
Preferirei non parlare di me stesso. D’altra parte nell’era informatica forse mi riconoscerete un minimo di ragion veduta. In pratica tenterò di scoprire fino a che punto possa essere utile un meditante con il quale, di tanto in tanto, si possa interagire virtualmente.
Il nostro vero problema è la serietà. Siamo attendibili o stiamo predisponendo una qualche speculazione di tipo web-spirituale? Niente di tutto ciò. Le religioni organizzate tradizionali o le sette non ci interessano. Che seguano il loro corso. Noi siamo soli. Non pretendiamo poi molto: lambire il cuore di taluni, la mente di talaltri. Tenteremo di sopravvivere come meglio potremo.
Ma chi siamo? Una voce nel deserto? No! I detentori della verità? Figuriamoci, con tutti i problemi da risolvere … Le nostre mete sono: comprensione, discriminazione, consapevolezza.
L’altro giorno, domenica 28 gennaio 2001, una ragazza mi ha scritto, ma non ho potuto inviarle la risposta perché ha comunicato un indirizzo email errato. Il quesito da lei proposto è interessante:
Quesito:
… lo scopo della vita … come trovare i fili conduttori della propria vita … leggere, scrivere, disegnare, scolpire … come sconfiggere l’apatia: conseguire queste “arti” o abbandonare completamente?
Risposta:
Ciao Liliana, non siamo certo noi quelli tenuti a trovare i fili conduttori della nostra vita. In un certo senso dovrebbe essere il risultato spontaneo di tutte le nostre attività. In effetti non siamo vincolati a conseguire alcunché, né tanto meno abbandonare. Semmai considera che l’apatia di cui parli potrebbe essere causata dal fatto che la tua energia è temporaneamente sopita o repressa. E, fermo restando che devo suggerirti comunque di ricorrere in via preliminare o contestuale alla scienza medica ufficiale, un certo tipo di meditazione, l’attenzione rivolta consapevolmente al flusso del respiro, sarebbe in grado di aiutarti. A questo punto, se tu fossi presente potresti obiettare: è mai possibile che una cosa così semplice sia capace di risolvere gran parte dei miei problemi? Semplice? Provala!
Grazie per la cortese attenzione.