Le poesie sulla meditazione formulano, in sintesi, vere e proprie indicazioni meditative. Certo, si tratta solo di cenni, di spunti da cogliere al volo. Se, ad esempio, ti suggerisco di contemplare l’essere – indipendentemente da ciò che al momento immagini sia l’essenza più profonda – allora osserva ciò che ti è più vicino, ossia il tuo stato d’animo. Prendine atto e vola via, metaforicamente, libero dalle catene delle reazioni agli impulsi. Senza speranze, obiettivi, non solo perché determinerebbero il tuo stato futuro confidandoti in una gabbia dorata di false aspettative, ma perché t’impedirebbero di cogliere l’attimo, di essere qui, ora, nell’adesso. Meditare è, in realtà, il coraggio di rendersi disponibili a qualunque cosa accada.
Speranza
Il fiotto di speranza
che d’improvviso balena
tra i meandri – ma non sono caotici? –
della mia coscienza emendata
– ma lo vedi che non riesci a reagire? –
alimenta la tenacia
nella ricerca dell’ennesima
via di fuga – ma da chi? –
che mi sono inopinatamente inventato.
Molla quindi la speranza.
Poi gli obbiettivi.
Abbandona le super-cime
e resta qui a contemplare
l’essenza di ciò che credi l’essere.