Questa poesia, a differenza di tante altre, non avrebbe affatto bisogno d’esser introdotta. Certo, se non sei aduso alla meditazione, alla riflessione introspettiva, se non alla contemplazione, potresti incontrare qualche difficoltà. Oppure scoprire d’improvviso che i concetti ivi espressi ti sono già familiari, che in realtà, pur senza esserne minimamente edotto, stavi già meditando, che il tuo cammino è stato già tracciato, che…
Come quel fiore
Anche se gli strumenti ce li hai tutti,
senza pratica, senza applicazione, sei in alto mare.
Anche se conosci a menadito
tutto ciò che ti tocca o non ti tocca fare,
senza pratica, senza esperire, sei tra le nuvole.
Anche se ti sembra d’esser lì per lì
ad agguantar l’empireo,
perdi la quintessenza di tutto ciò che dovrebbe
aver almeno un po’ quasi valore.
Anche se l’obbiettivo finale
è il solo cielo limpido,
dimentichi – e mi dispiace tanto –
che ce l’hai già.
Ti basterà osservare
– tutto ciò che bussa
all’uscio di coscienza –
esser vivace, correr e poi fermarti,
girare in tondo per scoprire dunque
che il centro esiste solo se rallenti.
Ma quando taci e la tua mente glissa
sei come quel fiore che si guarda intorno
per inseguire un soffio del suo profumo,
un’anima gemella … ma che possiedi già.