Le qualità della meditazione sono incommensurabili. E’ una pratica, uno stile di vita, davvero provvidenziale. No la meditazione non ha qualità. E’ una vera sciocchezza. E’ solo l’ennesima moda. Che ne dici?
Meditazione e sentimento
Quali sono le qualità fondamentali che un meditante dovrebbe coltivare? Gli atteggiamenti da assumere, gli approcci mediante cui relazionarsi per far breccia nell’ostico involucro protettivo che ci isola da noi stessi, dal nucleo della nostra personalità, come dal resto del mondo, potrebbero essere: la pazienza, la perseveranza, l’equilibrio, il coraggio … e il sentimento.
La meditazione è coscienza immobile, per sua stessa natura è al di là dei sentimenti come di qualunque pulsione di origine mentale. Tuttavia i sentimenti possono benissimo essere adoperati come una chiave per inoltrarsi sulla via che conduce all’incommensurabile regno della supercoscienza. La mente del samadhi, ovverosia del più sublime degli stati di meditazione è come un cristallo che riflette tutto, ma nel contempo si lascia attraversare senza frapporre la benché minima resistenza da qualunque genere di luce. Semmai, indipendentemente dai raggi cromatici che l’intercettano, tutto ciò che fuoriesce sarà sempre amore.
Un po’ di speranza
Discutere sulla speranza quando per anni l’ho considerata come un sentimento aleatorio, una trappola per anime ingenue, mi sembra quasi eccessivo. Tuttavia non mi riferisco alla speranza dozzinale dei tanti venditori di fumo spirituale professionali. Bensì alla speranza che nasce dalla certezza intrinseca che solo la meditazione riesce a offrirti. Questo genere di speranza mi suggerisce – metaforicamente – che la natura ha una forza intrinseca tale da superare le difficoltà contingenti e proiettarsi quindi verso il futuro. Ho speranza che la verità e l’onestà prevalgano, che la menzogna e l’ipocrisia siano spazzate via.
Reciprocità, condivisione
Hai voglia di dire: reciprocità, condivisione. La verità è che se sei già umano, mi capisci. Ma se, al contrario, sei ancora una bestia, se tenti inoltre di farla da padrone, se tenti persino di disporre di ciò che per sua stessa natura non potrà giammai esser posseduto, ti sembrerò un alieno, uno sciocco, un illuso, uno che insegue ancora le più assurde utopie. Sappi invece che volevo condividere solo una ricerca. Ma che, ahimè col tempo mi sono reso conto che anche la ricerca comporta spesso sofferenza. … Già, lo sapevo, ma l’avevo rimosso.
Le radici della felicità
Le considerazioni che seguono sono antifilosofiche. L’amore non nasce mai dal mero e ristretto pensare. E’ probabile che a questo punto tu stia già riflettendo: bella scoperta, l’amore ha origine, soprattutto, dalla capacità di sentire. Ebbene, niente di più errato. L’amore, non nasce, non ha origine e non sorge. Semmai può accadere che qualche volta, casualmente, tu ne scorga un barlume, un riflesso: durante un improvviso tramonto, prima d’una splendida alba, nel semplice volto di un perfetto sconosciuto, nel più banale dei gesti di pura cortesia, in un sorriso inatteso, in un dono immotivato. L’amore, che è meditazione, è la radice di ogni felicità.
Epilogo
Visiti questo sito? Leggi siffatte pagine? Osservi le sue foto? Ciascuno ci trova quello che già cerca, ci vede ciò che già immagina e ne deduce secondo la propria consapevolezza.