Meditazione è la scoperta che la meta dell’esistenza è sempre raggiunta nell’istante presente. (Alan Watts)
Quando un termine, un argomento, entra nelle nostre vite sino ad acquistarne familiarità diamo spesso per scontato di conoscerlo. Così è avvenuto per lo yoga, dove le dissertazioni più dotte si sono alternate a un’incredibile frammentazione di stili. Altrettanto sta accadendo con la meditazione, dove le citazioni di taluni, pur eccellenti, maestri orientali, si alternano all’eccessiva semplificazione di coloro – ce ne sono sempre – che si ritengono in qualche modo portatori, se non fautori, di verità.
E’ possibile insegnare il benessere, la consapevolezza? Sono forse pratiche da apprendere, training da realizzare o condurre? A che sarà servito mai stigmatizzare prima e rifiutare poi l’egemonia culturale e la dittatura delle varie conventicole pseudo-religiose se poi si sopperisce a quel vuoto con invenzioni ancor più inconcludenti?
Meditazione
La meditazione non è un lavoro interiore di elaborazione degli stati mentali … Questa è una svista interpretativa in cui incorrono in tanti. Quindi meditare non implica esercitare o modellare la mente, ma andare al di là della mente stessa, saltare a piè pari i meccanismi che ne perpetuano il chiacchiericcio costante per esplorare una dimensione esistenziale più profonda. La cosiddetta non-mente. Ovviamente la non-mente non esiste. E’ solo una sorta di perifrasi del termine meditazione. Il problema è che la meditazione è di per sé inesprimibile. Ci si può girare intorno, indicarla, esemplificarla, dimostrarla, ma mai spiegarla compiutamente. Si può descrivere con un gesto, ad esempio con un atto d’amore, o tacendo … Rinvenirla dovunque, ma senza riuscire comunque ad afferrarla. Ed è proprio questa la peculiarità più saliente della meditazione. E’ sfuggente! Ma quando riconosci di non poterne giammai disporre, allorché ti rendi finalmente conto che non si tratta dell’ennesimo rifugio, o finzione, ovverosia conformità identitaria, ecco la sua verità, ecco la meditazione …
La meditazione ti rivela purtroppo che la natura inerente di tutti i fenomeni è l’insostanzialità, il vuoto. Il che ti lascerà un po’ di stucco, ma solo per poco. La perplessità svanirà non appena ti renderai conto che stai semplicemente abbandonando la possessività, cioè gli attaccamenti, a favore dell’armonia, della purezza di spirito e d’intenti, della bellezza … Se condotta senza pregiudizi, la meditazione ti svela che il piccolo sé non esiste. Oltre ad essere interdipendenti, gli uni nei confronti degli altri, nonché della natura, concorriamo, inevitabilmente, a determinare la nostra stessa realtà.
Meditazione è calmare la mente sino a rallentarne l’attività più frenetica. Quando dialoghiamo sulla meditazione ci riferiamo ad un evento naturale. Se discutessimo dell’ambiente non avremmo dubbi, sapremmo subito che il campo del nostro interesse è l’habitat o il retroterra culturale, sociale. Il paesaggio in cui si estende la meditazione è invece interiore. Uno scenario ben più profondo di quello psicologico. Un ambiente la cui legge – in senso metaforico – è soprattutto il discernimento.
Consapevolezza, senza pensieri
Se lo ritieni utile, per qualche attimo al giorno medita, cioè smetti di pensare. Sii consapevole, ma senza pensieri. Considera che l’oceano della mente è molto più profondo di qualunque vastità fisica. E i pensieri che ne perpetuano l’apparente trambusto, la superficiale babele, sono solo gocce. Sai cosa sono le tempeste? Quelle del cuore, della mente … Sono nugoli di gocce anarchiche, prive del benché minimo autocontrollo, soggette ai capricci volubili degli sbuffi di vento delle sensazioni, dei desideri spasmodici, delle brame incontrollate, dell’incostanza. Ma tu vorresti ammansirli, vero? Preferiresti, ovviamente, tranquillizzarti, quindi rasserenarti. E’ un punto importante – il punto d’incontro, il convegno con il prezioso gioiello della verità è proprio nel silenzio interiore – ma non attribuirgli un peso eccessivo. Altrimenti la meditazione, vale a dire lo stato di consapevolezza senza pensieri, ti sfuggirà sempre. Che cerchi, sicurezza? Solo la meditazione, la distensione profonda della mente, può offrirtela.
Se riuscissimo a metter da parte i pensieri, anche se solo per pochi attimi … Dapprincipio un istante, poi due, sino ad ambientarci nell’oceano della vita, l’incommensurabile sostrato spirituale. Se vuoi moderare il processo dei pensieri considerali come reazioni a quanto accade intorno, siamo noi stessi a produrre i pensieri. Per un breve frangente o per quanto sia possibile rimani con le cose così come sono senza rifletterci.
Epilogo
Per oggi ho concluso, quindi – se lo ritieni, se ti apporta vantaggi, benefici – medita pure, entra cioè in uno stato di consapevolezza senza pensieri, ma non trasformare la meditazione in un rito. Ti accorgerai così dell’ego e della realtà di base di questa vita, cioè l’amore. Riconoscerai il punto di contatto tra te, la realtà e la gioia …
Grazie per la cortese attenzione.