La meditazione non è un prodotto commerciale. La meditazione è soprattutto un percorso individuale. Chiunque cerchi risposte ai problemi della società è meglio che si rivolga alla politica, o alle religioni organizzate. D’altra parte, se non diventi un po’ più consapevole non riuscirai mai a risolvere i problemi del mondo. Apportare in questi ambiti una nuova linfa di consapevolezza, come una vivida coscienza dei propri vissuti, della comprensione peculiare che si è riusciti a raggiungere, è un’azione senz’altro meritevole.
Nodi salienti
Quali sono, in estrema sintesi, i nodi più salienti della meditazione?
– Nella pratica della meditazione, per cominciare, è necessario avere un genere di concentrazione molto equilibrato, inclusivo.
– Creare silenzio in noi per ascoltare – o se preferisci, osservare – i ritmi dell’esistenza, una situazione che ci lega alla vita, la nostra verità.
– La meditazione, cui aneliamo da sempre, può sopraggiungere proprio ora. Sarebbe sufficiente rilassarsi. Perché non accade? Fintantoché insisteremo a scegliere, coinvolti nel turbinio di pensieri che vagabondano contrastanti, rimarremo perennemente delusi.
– Realizzare – tramite la meditazione – la consapevolezza della propria natura più intima, essenziale, aiuta a entrare in contato con l’energia nella sua accezione più estesa, …
– L’umorismo, a piccole dosi, alleggerisce il cuore ed esalta lo spirito, favorisce il silenzio e facilita, quindi, una successiva pausa dedicata alla meditazione. Conoscete il sorriso che nasce dalla meditazione? Sfiora appena le labbra, ma non è fisico. Sorge invece da un recesso così profondo da sembrare irraggiungibile. Parlarne mi sembra impossibile. Meglio indicarlo soltanto …
– Rilassarsi. Scendere in profondità significa salire verso le più alte vette di coscienza. Sentirsi, cioè, sempre più uniti, integrati, consapevoli, in armonia. Pur oscillando sempre tra le inevitabili pulsioni esistenziali, protesi comunque verso l’equilibrio.
– Non tralasciare l’etica. Talvolta la meditazione risulta davvero sorprendente. Se da una parte ti sospinge verso equanimità e distacco, dall’altra ti rende consapevole dell’imprescindibile unità e reciprocità di tutti gli esseri senzienti.
– Anche se la “via della meditazione” non presuppone specifici approfondimenti culturali è senz’altro utile, di tanto in tanto, esplorare il panorama spirituale, sia quello antico, che gli scenari più recenti.
Meditare
Meditare in silenzio senza dar peso ai pensieri o alle immagini che si presentano, che ti rincorrono. Sei già seduto? Va bene! Preferisci distenderti? Non è proprio il massimo, ma va bene lo stesso. Cammini? Seguire un determinato percorso necessita sempre un certo livello d’attenzione. Se cerchi di raggiungere uno stato meditativo soddisfacente siedi sulla prima panchina che incontri.
Per inciso
Bene, che fare? Nulla, è questo il punto! Osserva, in silenzio, quanto accade. … Le sensazioni sono sempre soggettive e oggi non mi va di filosofare. Quindi ti racconto la mia esperienza. Te ne parlo come se mi rivolgessi ad un amico. Tieni presente che non ho scopi. Non ho intenzione di conoscerti né, tanto meno di trovare consensi. Non penso nemmeno di scrivere un libro, il web mi sembra più che sufficiente. Tuttavia, nonostante non abbia mire ti apprezzo e rispetto lo stesso. Perché in fondo in fondo sei come me, preghi, speri, t’illudi, qualche volta ti senti felice, tal’altra ti guardi intorno, osservi la tv o leggi la cronaca e non riesci a comprendere il perché di tutte queste nefandezze. Forse sono il risultato di una vita superficiale, senza veri sentimenti e con tanti, troppi desideri. Scusa per la divagazione, torniamo al punto.
Continua: meditare
Mi sono disteso e ho chiuso gli occhi. Ho notato che se non sei già stanco, se non ti sei già concentrato a sufficienza, non funziona. Lo scopo di questo approccio meditativo o, se preferisci, di questa tecnica, non è quello di non pensare. Il che, di primo acchito, sarebbe praticamente impossibile. Ma di realizzare una coscienza così cristallina della propria mente che i pensieri possono attraversarla senza incidervi più di tanto, senza quasi lasciarvi traccia.
L’esempio classico è paragonare la mente al cielo. I pensieri sarebbero come nuvole che l’oltrepassano per un breve frangente fino a sparire. La vera natura della coscienza è il cielo limpido. Tuttavia preferisco considerare la mente come una sorta di purissimo cristallo attraversato d’ogni sorta di luce, di raggio, di riflesso luminoso. Qualunque sia, da dovunque provenga il messaggio che ci sovviene noi siamo sempre il cristallo. I raggi di luce, seppur vividi, sfavillanti, colorati, fantasmagorici e affascinanti sono solo il gioco della vita. Mentre la consapevolezza è la trasparenza medesima.
La meditazione è al di là dell’intelletto. Se per avvicinarsi alle cosiddette regioni dello spirito si procede con l’indagine e la ricerca intellettuale, la meditazione super-cosciente è soprattutto una contemplazione-libera-dal-pensiero.
In silenzio
Non mi dilungo. Insistere negli esempi o nelle descrizioni potrebbe rendere l’articolo più accattivante, ma ne perderemmo l’essenza: il nucleo della coscienza non può essere descritto con una verbalizzazione metaforica, ma solo esperito. Prima di meditare mettiamo da parte tutti i preconcetti sul sé, come le idee astratte. Poi sediamo immobili con gli occhi chiusi (è solo un esempio). Come la luce attraversa le palpebre e si disperde nella mente, così i pensieri si appropinquano solleciti per trovarci estranei, indifferenti. Ospiti di passaggio, guizzi di meteore in un cielo stellato quasi estivo, compaiono e ricompaiono per poi sparire lasciandosi dietro un oceano d’incontaminato silenzio.
Grazie per la cortese attenzione.
Grazie per aver illustrato questa tecnica. La sto provando in questi giorni e per il momento mi sta dando buoni risultati.