Mentre la religione è l’oppioide per eccellenza della cattiva incoscienza, la meditazione è il gateway (porta, entrata, ingresso) dell’universo della guarigione interiore che poi si riflette, immancabilmente, sul modo in cui affrontiamo gli eventuali problemi di salute.
Il modo in cui, a volte, dipendiamo da fonti di sostegno o sostentamento esterno è quasi incredibile, allucinante. Fino a una certa età la situazione è relativa. E’ in funzione dello stato di salute. Poi, quando subentrano i primi acciacchi del logorio, le prime battute d’arresto di quella pseudo-malattia chiamata età, ricorrere a una determinata alimentazione, a specifici farmaci o a cure alternative, ma di contorno, diventa essenziale.
E il vero volto della dura quotidianità della vita ti appare chiarissimo. Come se non bastasse, la percezione di questo frammento di verità ti fa soffrire perché limitatezza e mediocrità effettiva emergono ora palesi. Con una formulazione molto più stringata, ti stai rendendo conto della nuda realtà dell’impermanenza. Tuttavia tranquillo, lo scopo della meditazione è afferrare l’inafferrabile, “ciò che è” al di là della contingenza, la vita eterna dello spirito di consapevolezza che solo la supercoscienza può lasciarti intravedere e al cui cospetto proverai tanta gioia e tanto amore che le piccole vicende transitorie ti appariranno subito per ciò che sono, lievi increspature sulla superficie del mare pensiero, che a sua volta fa parte dell’oceano dell’essere, che a sua volta sbircia il non essere e sorride perché si rende conto che di fatto – così come l’immaginiamo – non esiste.
Obbiettivi
L’obiettivo della meditazione non è la conquista di se stessi, se non delle più alte e sublimi vette dello spirito, non è il samadhi, cioè l’estasi, ma quello di realizzare una mente così cristallina dimodoché lasciarsi attraversare indenne da qualunque pensiero involontario possa mai coinvolgerla. L’obiettivo della meditazione è pertanto la chiarezza. Le procedure sono molte. La più semplice, ma solo in apparenza, consiste nell’applicarsi a una tecnica ed eseguirla nella maniera più appropriata possibile. Le tecniche, i metodi, sono tutti fine a se stessi. Il loro scopo è calmare il corpo-mente in modo da consentire alla sua energia implicita di emergere, quindi di ravvivarlo e rianimarlo liberamente senza che alcuna inopinata repressione possa sortire più i suoi malefici effetti.
Aspirazioni
A cosa aspiri davvero? Al benessere, a raggiungere o mantenere una certa agiatezza economica, a essere in grado di superare sempre gli eventuali imprevisti, a essere felice nonostante le vicissitudini che inevitabilmente ti accadrà d’incontrare? Il rimedio principe all’altalena psicofisica che la vita così perentoriamente comporta è essere centrati e ciò puoi realizzarlo soprattutto con la meditazione.
Il segreto dell’eterna giovinezza
In questo contesto eterna “giovinezza” significa rimanere sani ed efficienti il più a lungo possibile. L’approccio è di tipo spirituale. L’obiettivo è rigenerarsi facendo ricorso a risorse via via più intime sino a disporsi a ricevere senza remore aiuto dalla propria sintonia con la super-coscienza.
Ora t’illustro brevemente uno dei tanti percorsi meditativi utili a incamminarsi verso la guarigione spirituale.
- Assumi una posizione consona.
- Considera il respiro.
- Osservalo per ciò che è, così com’è, senza modificarne il ritmo.
- Concentrati sull’essenza del respiro, diventa cioè consapevole delle sue qualità più intrinseche.
- Via via che procedi nell’insight il suo ritmo si calmerà ancor più e sarai capace di rilassarti sempre meglio.
Ora un primo commento. Hai mai notato che quando tenti di sviscerare un problema, via via che lo esamini, via via che l’attenzione lo focalizza sotto tutti i possibili punti di vista, cominci a scoprire evidenze che di primo acchito non avevi nemmeno notato? Ebbene, con il respiro è lo stesso. L’aria non è solo quell’insieme di atomi e molecole che fluttuano, vibrano e lo caratterizzano. Al di là del suo aspetto macroscopico esistono delle rilevanze – finora soggettive – che ne amplificano l’effettiva valenza.
La tradizione dello yoga considera l’aria come il contenitore di una sorta di quid implicito detto prana o élan vital. Se ti concentri sul respiro con le semplici modalità specificate prima giungerà il momento in cui ne potrai, pertanto, percepire l’impensabile e incredibile segreto.
Epilogo
La meditazione è come un salto nel buio dell’incondizionato. Spicchi un balzo e ti ritrovi al di là del bene e del male. L’esercizio consiste nel rapportarsi all’origine prim’ancora che l’essere muova i primi passi e si manifesti nel mondo sensibile e duale. La via è verso il centro; il centro è dentro di sé.
Chiudi gli occhi e immagina che il prana veicolato dall’inspirazione converga nell’intimo. Anche se dapprincipio ti sembra che il tuo nucleo sia solo fittizio o persino vuoto, con il tempo ti accorgi che al centro di quella sorta di vuoto esiste una fiammella, lo spirito, la vita. Meditazione, ossia “guarire … in coscienza” è diventarne consapevoli.