Cominciamo con un breve riepilogo introduttivo che tenta di riassumere e schematizzare l’essenza degli insegnamenti dello yogi Swami Vivekananda, evidenziando la meditazione come percorso verso la pace interiore e la comprensione profonda.
Stato Meditativo: la meditazione è descritta come lo stato più elevato dell’esistenza, dove la vera felicità emerge solo quando i desideri si placano e la mente diventa testimone contemplativo degli oggetti.
Vera Gioia: si afferma che la gioia più autentica si raggiunge attraverso la contemplazione, distaccandosi dai desideri e osservando la natura come un panorama di bellezza.
Pratica e Concentrazione: Swami Vivekananda sottolinea l’importanza della pratica meditativa con un oggetto di concentrazione, che porta alla calma mentale e alla scoperta di verità ultrasensoriali.
Scopo Ultimo: il fine ultimo è la quiete della mente, raggiungibile attraverso la meditazione su oggetti diversi, fino a realizzare l’Essenza dell’Intelligenza e stabilirsi nella propria vera natura.
«Lo stato meditativo è il più alto stato dell’esistenza. Fino a che c’è il desiderio, non può venire nessuna vera felicità. È solo lo studio degli oggetti, contemplativo, simile a un testimone, che ci porta vera gioia e felicità. L’animale ha la sua felicità nei sensi, l’uomo nell’intelletto, e il dio nella contemplazione spirituale. È solo per lo spirito che ha ottenuto questo stato contemplativo che il mondo diviene davvero bello. Per colui che non desidera niente, e non si confonde con gli oggetti, i molteplici cambiamenti della natura sono un panorama di bellezza e grandiosità.
All’inizio la pratica della meditazione deve procedere con qualche oggetto davanti alla mente. Una volta ero solito concentrare la mia mente su un punto nero. Alla fine, non potevo più vedere il punto o sentire che il punto era davanti a me; la mente aveva cessato di esistere; non sorgeva nessuna onda o stato mentale, come se fosse tutto un oceano senza alcun soffio d’aria. In quello stato ero solito sperimentare barlumi di verità ultrasensoria. Così, penso, la pratica della meditazione, anche su qualche banale oggetto esterno, conduce la mente alla concentrazione. Ma è vero che la mente molto facilmente ottiene la calma quando si pratica la meditazione su qualcosa su cui la propria mente è più adatta a fissarsi. Ecco perché noi abbiamo in India così tante adorazioni di dèi e dee… Il fatto è, comunque, che gli oggetti della meditazione non possono mai essere gli stessi con tutti gli uomini. Molti hanno proclamato e predicato ad altri solo quegli oggetti esterni a cui loro stessi si aggrappavano per diventare perfetti nella meditazione. Dimentichi del fatto che questi oggetti sono soltanto aiuti per il raggiungimento della perfetta calma mentale, gli uomini li hanno decantati, in seguito, oltre ogni altra cosa. Loro si sono, così, completamente interessati dei mezzi, rimanendo relativamente dimentichi del fine. Il vero scopo è rendere la mente immobile; ma questo non può essere fatto a meno che uno prima non diventi assorbito in qualche oggetto.
Voi dovete tenere la mente fissa su un oggetto; la meditazione dovrebbe essere come un ininterrotto scorrere di olio. La mente dell’uomo ordinario è frammentata su diversi oggetti, e anche al momento della meditazione, la sua mente è all’inizio tesa a vagabondare. Lasciate cadere qualsiasi desiderio sorga nella mente; sedete calmi e guardate che genere di idee stanno venendo. Continuando a guardare in questo modo, la mente diviene calma e in essa non ci sono onde-pensiero. Queste onde rappresentano l’attività-pensiero della mente. Quelle cose, a cui voi avete in precedenza pensato troppo profondamente, si sono trasformate in una corrente subconscia, e perciò esse ritornano alla mente durante la meditazione. Il sorgere di queste onde, o pensieri, durante la meditazione è la prova che la vostra mente si sta dirigendo verso la concentrazione.
Pensate sempre che voi siete l’Atman onnipresente. “Io non sono né il corpo, né la mente, né l’intelletto, e nemmeno il corpo sottile o quello grossolano” – attraverso questo processo di eliminazione immergete la vostra mente nella Conoscenza trascendentale che è la vostra vera natura. Uccidete la mente immergendola così, ripetutamente, in questa Conoscenza. Solo allora realizzerete l’Essenza dell’Intelligenza e sarete stabiliti nella vostra vera natura. Conoscitore e conosciuto, meditatore e oggetto su cui si è meditato, diventeranno una sola cosa, e seguirà la cessazione di tutte le sovraimposizioni fenomeniche… Non c’è conoscenza relativa o condizionale in questo stato. Quando l’Atman è il solo conoscitore, con quali mezzi potreste conoscerLo? L’Atman è conoscenza, l’Atman è intelligenza, l’Atman è Satcitananda.
Come è stata guadagnata tutta la conoscenza del mondo, se non attraverso la concentrazione dei poteri della mente? Il mondo è pronto a svelare i suoi segreti se solo noi sappiamo come colpire, come dare il colpo necessario. La forza del colpo viene attraverso la concentrazione. Non c’è limite al potere della mente umana. Più concentrata è, più potere viene condensato in un punto; ecco il segreto.
Come sappiamo che la mente è diventata concentrata? L’idea di tempo svanirà. Più tempo passa senza che lo notiamo, più concentrati siamo. Nella vita comune vediamo che quando siamo interessati in un libro, non notiamo affatto il tempo, e quando mettiamo il libro da parte siamo spesso sorpresi di scoprire quante ore sono passate. Tutto il tempo avrà la tendenza a stabilirsi nel presente. Così è data la definizione: quando passato e presente divengono uno, la mente è detta essere concentrata.
La concentrazione è l’essenza della conoscenza; niente può essere fatto senza di essa. Il novanta per cento della sua forza-pensiero è sprecata dal comune essere umano, e perciò egli commette costantemente errori grossolani; l’uomo o la mente addestrata non fanno mai un errore.»
– Swami Vivekananda –
– Swami Vivekananda (amazon)
– Swami Vivekananda (macrolibrarsi)
– Vivekananda – Wikipedia
– Fonte
– Le Pagine Vedanta di Vidya Bharata