Guardate con attenzione le persone, gli animali e le piante che vi circondano e provate a comprendere che ognuno di loro, proprio come voi, aspira alla felicità e vuole evitare la sofferenza. Questa è una verità universale che accomuna tutti gli esseri viventi e che dovrebbe ispirarvi compassione e rispetto. Non fate distinzioni tra voi e gli altri, ma cercate di sentire una connessione profonda con ogni forma di vita. Ciò vi aiuterà a sviluppare una mente più aperta e altruista, capace di apprezzare la bellezza e la diversità del mondo. Lama Thubten Yeshe sviluppa siffatti concetti in guisa così tanto efficiente quanto adeguata, leggiamolo …
«Visualizzate davanti a voi una persona che vi sta antipatica, qualcuno che proprio non vi piace; alle vostre spalle visualizzate invece la persona a cui siete più affezionati e, tutti intorno a voi, le persone che vi sono indifferenti, quelli che non sono amici, parenti o nemici.
Osservate questi tre gruppi di persone – amici, nemici ed estranei – e meditate; cercate di capire che cosa provate verso ciascuno. Rispetto a un caro amico, sorge una sensazione di attaccamento, il desiderio di andare verso di lui; da qualcuno che vi ha fatto del male o vi infastidisce, invece, volete solo allontanarvi.
Questo è un metodo molto semplice per controllare le sensazioni e i sentimenti che provate nei riguardi di persone diverse; non è complicato. Basta visualizzarle e prestare attenzione a quello che sentite. Poi potete iniziare a chiedervi: “Perché alcune persone mi fanno sentire in un modo e altre in un altro? Perché desidero aiutare solo quelli a cui voglio bene ma non chi non mi piace?”. Se siete onesti con voi stessi scoprirete che le risposte che vi date a queste domande sono completamente irrazionali, prodotto di una mente illusoria.
Quelle risposte sono la dimostrazione che ancora non avete compreso la natura impermanente delle relazioni umane. Chi ha conquistato questa consapevolezza, infatti, sa benissimo che le relazioni interpersonali sono costantemente mutevoli e che non esiste una relazione che sia permanente, fissa, definitiva. È impossibile, anche se lo si desidera con tutto il cuore.
Provate a ripercorrere mentalmente l’intera storia della vita sulla Terra, dal momento in cui è iniziata fino a oggi: dov’è la permanenza? Quando mai c’è stato qualcosa di permanente? Se ci fosse, dovrebbe essere ancora qui, ma non c’è perché una cosa del genere semplicemente non esiste.
Inoltre, il vostro giudizio sulle persone – amici, nemici, estranei – è un completo equivoco. Per prima cosa, si basa su ragioni totalmente illogiche. Quali che siano infatti, i vostri giudizi “Lui mi piace, lei non mi piace” non hanno alcun fondamento logico, non hanno nulla a che fare con la vera natura del soggetto o dell’oggetto.
Giudicando il prossimo, vi comportate come chi, di fronte a due persone che stanno morendo di sete, decidesse di dare da bere a una, ma non all’altra. È esattamente così. Se davvero verificate con la saggezza dell’introspezione, capirete che il vostro metro di giudizio (bene/male, giusto/sbagliato) si fonda essenzialmente sulla preoccupazione per il vostro ego e mai sul benessere degli altri.
Riflettete! Visualizzate tutti gli esseri viventi intorno a voi e cercate di realizzare che proprio tutti, esattamente come voi, vogliono la felicità e non vogliono la sofferenza; che non c’è motivo per fare una distinzione psicologica tra amico e nemico, per voler aiutare l’uno – mossi dall’attaccamento – e attaccare l’altro, spinti dall’avversione e dall’antipatia. Questo tipo di mente è del tutto irrealistica: la mente umana insoddisfatta cambia in continuazione e di conseguenza cambiano anche le relazioni tra le persone.»
(Lama Thubten Yeshe – Tradotto (da Carolina Lami) – da: Non-duality)
– Lama Yeshe (amazon)
– Lama Yeshe (macrolibrarsi)
– Thubten Yeshe – Wikipedia