Prostrarsi non è solo un gesto fisico, ma un atto di profonda consapevolezza, di sentita arrendevolezza. Attraverso la meditazione, possiamo abbandonare l’orgoglio e i pensieri ottundenti, riconnetterci dunque alla terra e alla nostra essenza più autentica. Siffatto insegnamento, ispirato da un maestro spirituale di grande saggezza quale Thich Nhat Hanh, ci invita a vivere il momento presente con umiltà, riconoscendo che ogni cellula del nostro corpo è comunque parte del tutto. Prostrarsi significa morire all’ego e rinascere alla gioia, riconoscendo che la vita è un ciclo di continua ri-fioritura. Abbraccia questa pratica e trasforma la tua vita, trovando pace e gratitudine nel qui e ora.
«Con tutto il cuore, prostrandomi ed arrendendomi, con entusiasmo io prendo rifugio.
Nel risveglio alla realtà delle cose così come sono e nella comunità di amici che vivono con me in questa realtà.
Come le gocce di pioggia, tutti noi dobbiamo prostrarci, chinarsi fino a toccare il suolo, la terra. Ognuno di noi è una goccia d’acqua, e la nostra terra ha bisogno della pioggia. Ogni cellula del corpo contiene l’elemento terra, e noi ci prostriamo alla terra. Non potremmo essere più vicini alla terra, né siamo realmente diversi dalla terra sulla quale ci prostriamo.
Potrete sperimentare una straordinaria felicità, restando semplicemente in questa posizione.
Potrebbero persino venirvi le lacrime agli occhi, e forse scoprirete che tutt’intorno a voi, innaffiati dalla pioggia, sono spuntati molti fiori profumati. Persino quando sembra completamente priva di vita, la terra contiene semi che hanno la potenzialità di fiorire.
E quando morirete, come avete già fatto migliaia di volte; un fiore sboccerà per darvi il bentornato a casa.
Prostrarsi vuol dire morire, morire ed essere felici.
Se desiderate la morte, per scrollarvi la polvere rossa di questo pianeta dai piedi, ebbene non c’è bisogno che aspettiate che la morte vi chiami. Potete arrendervi subito, proprio adesso. Possiamo trascendere il passato, il presente e il futuro. Nel prostrarci, andiamo verso il basso perché andiamo alla ricerca dell’umiltà.
Potete abbandonare voi stessi e ogni pensiero circa voi stessi. Abbandonate tutto fino a non essere più niente.
Non perderete più tempo a pensare quanto siete o non siete meritevoli. L’orgoglio è il fardello che riusciamo finalmente a posare grazie alla pratica della prostrazione.
In questo modo non ci sarà più spazio per l’orgoglio.»