Leggendo i seguenti appunti di Pema Chodron mi sono subito chiesto: la meditazione può esser considerata, o meno, un’attività? In genere, forse per comprenderci meglio, la definiamo come una sorta di occupazione finalizzata al conseguimento – se non al rinvenimento – di una condizione d’animo pregressa che sovrasta e, nel contempo, accomuna, qualunque stato di coscienza. Proseguendo in tal guisa ci renderemo, presto conto che la meditazione consiste, come accennavo, per lo meno inizialmente, a entrare in sintonia con “ciò che è”, quanto esiste già prim’ancora di rifletterci su, di creare e ricreare, ossia focalizzare gli eventuali pensieri che solcano il cielo limpido della peculiare, sempiterna coscienza e riposare nella pausa che, nonostante tutto, li separa.
«Quando ci sediamo a meditare, possiamo entrare in contatto con qualcosa di incondizionato – uno stato della mente, un ambiente di fondo che non si aggrappa o non rifiuta nulla. Probabilmente la meditazione è l’unica attività che non aggiunge nulla al quadro. Tutto quanto può andare e venire senza abbellire nulla. La meditazione è un’occupazione totalmente non violenta e non aggressiva. Non riempie lo spazio, concede la possibilità di collegarsi con un’apertura incondizionata – questo pone le basi per un cambiamento reale. Potreste dire che in questo modo ci stiamo dando un compito quasi impossibile. Forse è vero. Ma d’altro canto, più sediamo accanto a questa impossibilità, più scopriamo che è sempre possibile, dopo tutto.
Quando ci aggrappiamo a pensieri e ricordi, ci stiamo aggrappando a quel che non si può afferrare. Quando tocchiamo questi fantasmi e li lasciamo andare, possiamo anche scoprire uno spazio, una pausa nel chiacchiericcio, uno scorcio di cielo. Questo è il nostro diritto di nascita, la saggezza con cui siamo nati, lo schiudersi di quella enorme esposizione di ricchezza primordiale; di apertura primordiale, di saggezza primordiale. Tutto quel che serve allora è riposare senza distrarsi nel presente immediato, in questo preciso istante. E se veniamo trasportati via da pensieri, desideri, speranze e paure, possiamo continuamente ritornare al momento presente. Siamo qui. Ci facciamo trasportare come sulle ali del vento, e come sulle ali del vento siamo riportati indietro. Quando un pensiero è finito e un altro non è ancora cominciato, possiamo riposare in quello spazio. Ci esercitiamo a ritornare al cuore immutabile di questo esatto momento. Tutta la compassione e tutta l’ispirazione provengono da lì.»
[Da: Pema Chödrön, “Se il mondo ti crolla addosso. Consigli dal cuore per i tempi difficili“]