Come mai in tutti gli studi concernenti la meditazione si attribuisce tanta importanza al momento presente? Qual è il vero segreto dell’attimo, dell’istante la cui durata è – finanche – indefinibile, di ciò che accade lì per lì per non ripresentarsi mai più identico a se stesso, in mutamento continuo secondo una spirale senza inizio né fine? Ad esser proprio sincero siffatte perifrasi sono formulate tutte con il senno di poi. Ossia di chi ha esperito prima e tentato di descrivere poi, quindi in un secondo momento, ciò che – beninteso – ha digià conosciuto. Ora leggiamo la disamina di Norman Fischer. …
«Nella tradizione Zen sottolineiamo sempre il “momento presente”. Il “momento presente” è questo esatto momento, l’unico momento che possiamo vivere – la cui profondità include il passato e il futuro quali forze dinamiche – senza paura o nostalgia. Non si tratta di un presente edonistico che nega il passato o ignora il futuro.
Quando incontriamo veramente questo momento ci sentiamo soddisfatti; non c’è attaccamento, non c’è sete o desiderio. Accettiamo e apprezziamo qualunque cosa appaia, e lasciamo andare il desiderio di qualcosa di diverso, e il desiderio di trattenere questo momento, poiché non appena sorge il momento, è già svanito, per far spazio al momento successivo. In questo senso, il momento presente è sempre ed essenzialmente un momento di rinuncia, un occasione per lasciare andare. La rinuncia non è un imperativo morale o una forma di auto negazione. E semplicemente una cooperazione con il modo in cui le cose funzionano, in quanto i momenti passano, uno dopo l’altro.
Resistere a tale naturale sviluppo non cambia le cose; il resistere rende solo le cose più dolorose. Dunque rinunciamo alle nostre resistenze, alla non cooperazione, al nostro ostinato rifiuto di incontrare la vita così come è. Rinunciamo alle nostre fantasie su un passato meraviglioso e su un eccitante futuro, fantasie che alimentiamo e alle quali ci aggrappiamo.
La vita semplicemente non è questo. La vita, il tempo, sono il lasciar andare, momento dopo momento. La vita e il tempo si auto rigenerano costantemente, si auto guariscono costantemente, il problema è che non lo sappiamo, e, per quanto desideriamo essere rigenerati e guariti, ci rifiutiamo di riconoscere tale verità.»
[ Da: Norman Fischer, “Tornare a casa. Un commento zen all’Odissea“ ]
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– Norman Fischer (macrolibrarsi)
– Zoketsu Norman Fischer – Wikipedia